Franco Purini diceva che l’architettura è la forma fisica e insieme simbolica delle società e nello stesso tempo la società stessa è il prodotto primario dell’architettura. Se si assume come vera la corrispondenza biunivoca tra spazio (nel senso di ambiente costruito) e tempo (nel senso di epoca storica), e le loro reciproche influenze, l’architettura è forse una chiave di lettura per decifrare non solo la complessità del presente ma anche la direzione futura che questo potrà verosimilmente intraprendere.
Domus ha selezionato dieci opere che registrano le gradi sfide di questo primo quarto di XXI secolo tentando, con linguaggi e in contesti diversi, di darvi risposta: dalla rigenerazione del patrimonio storico (Herzog e De Meuron, Tate Modern; Oma, Garage Museum), alle strategie di marketing territoriale attraverso la cultura (Sanaa, Louvre Lens; Zaha Hadid Achitecs, Heydar Aliyev Center); dalla sostenibilità ambientale (Renzo Piano Building Workshop, California Academy of Sciences), alla lotta alle disuguaglianze sociali attraverso la conquista del diritto alla qualità abitativa (Mvrdv, Mirador; Lacaton&Vassal, Grand Parc), ai servizi (Paulo Mendes Da Rocha + Mmbb Arquitetos, Sesc 24 de Maio), all’istruzione (Francis Kéré, Gando primary school e annessi), e attraverso la costruzione di un senso di comunità, per quanto sempre più sfumata e variegata essa sia (Big, Superkilen).
Le 10 architetture più importanti del XXI secolo
Dalla rigenerazione urbana, alla sostenibilità ambientale, alla lotta alle disuguaglianze sociali, Domus seleziona dieci opere d’architettura che registrano le grandi sfide di questo primo quarto di secolo tentando di darvi risposta.
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- Chiara Testoni
- 13 gennaio 2025

L’intervento di conversione a museo della centrale termoelettrica di Bankside, costruita tra il 1947 e il 1963 e dismessa nel 1982, ha adottato un approccio misurato ed essenziale, preservando il carattere industriale del luogo e apportando alcuni gesti essenziali ma di forte impatto, come la copertura traslucida ex novo da cui la luce naturale filtra generosamente negli spazi espositivi.
Il Mirador, inserito nell’ambito di un vasto programma di riqualificazione delle aree metropolitane della capitale, è l’intervento-simbolo nel panorama dell’edilizia pubblica madrilena dei primi anni 2000. Dissociandosi apertamente dall’edilizia collettiva ricorrente nel quartiere, rappresentata da anonimi fabbricati a corte, Mvrdv progetta un grattacielo di 22 piani per ospitare 156 appartamenti, composto dall’aggregazione di 9 blocchi autonomi e con trattamenti esterni riconoscibili, assemblati attorno al vuoto della terrazza panoramica al dodicesimo piano che funge da piazza comune e che inquadra visivamente le montagne Guadarrama.
Costruito sui terreni un tempo occupati da una miniera dismessa negli anni Ottanta, il nuovo museo è un avamposto regionale del Louvre parigino, sulle orme dei grandi progetti culturali europei in ambito postindustriale realizzati in posizione decentrata e finalizzati a innescare nuove energie sociali, culturali ed economiche nel territorio (a partire dal Guggenheim di Bilbao, Frank Gehry, 1999).Il complesso è composto da cinque padiglioni parallelepipedi in vetro, acciaio e alluminio anodizzato che ospitano periodicamente parte delle opere del Louvre, e che nelle loro forme neutrali ed evanescenti trovano una propria autonomia espressiva rispetto all’evidente gravità lapidea della sede parigina.
Immersa nel Golden Gate Park di San Francisco, la nuova sede della California Academy of Sciences ne riorganizza le collezioni naturalistiche, all’insegna della massima attenzione alla sostenibilità ambientale. Cuore del progetto è il tetto verde a prato che, sospeso a circa 10 metri dal suolo, segue un leggero movimento ondulato evocando un paesaggio di colline erbose e veicolando la suggestione di un’architettura come organismo vivente. Il tetto verde, interrotto nella fascia perimetrale da una copertura vetrata in cui sono integrate 55mila celle fotovoltaiche, favorisce il benessere termo-igrometrico interno riducendo il ricorso a impianti meccanizzati, l’incremento della biodiversità e l’assorbimento delle polveri sottili.
La scuola primaria di Gando e gli edifici che nel tempo si sono aggiunti ad essa (la residenza per insegnanti, per studenti, la biblioteca e le nuove aule) è un esempio limpido di architettura potentemente civica, in cui convivono tradizione e modernità. Gli edifici, realizzati da maestranze locali con materiali e tecniche costruttive della zona, sono accuratamente studiati per garantire il confort bioclimatico attraverso tecniche di progettazione passiva (dallo studio dell’orientamento, alla disposizione delle aperture per agevolare ventilazione incrociata, all’elevata inerzia termica dei materiali) e per fornire attraverso la formazione un’occasione di riscatto sociale e di costruzione di senso di comunità.
Il centro, progettato per ospitare i principali programmi culturali della nazione, si inserisce in un ampio processo di rigenerazione urbana di Baku ai fini di un rilancio della città sul palcoscenico internazionale, rompendo con la rigida architettura monumentale di stampo sovietico diffusa nella capitale. Forme fluide emergono dalla topografia naturale del paesaggio e ospitano le diverse funzioni interconnesse sotto un unico involucro continuo che si muove tra ondulazioni, biforcazioni e inflessioni.
La nuova sede del Garage Museum of Contemporary Art a Mosca, in Gorky Park, è un punto di riferimento fondamentale per la promozione dell’arte contemporanea in Russia. Dall’originaria sede nell’edificio progettato nel 1927 da Konstantin Melnikov (Bakhmetevsky Bus Garage, da cui il museo prende il nome), il museo si è trasferito in un padiglione temporaneo disegnato da Shigeru Ban del 2012, e infine, dal 2015, nell’attuale sede che negli anni Sessanta ospitava un ristorante rimasto poi per decenni in disuso. La ristrutturazione ha preservato gli elementi architettonici testimoniali del periodo sovietico, introducendo una gestualità contemporanea leggibile nell’involucro in policarbonato a doppio strato che avvolge la struttura di calcestruzzo armato prefabbricato.
Serviço Social do Comércio (Sesc) è un’istituzione che sovrintende centri operativi in vari ambiti (cultura, sport, educazione, sanità,…). Sesc24 de Maio, che ospita strutture ricreative e di servizio, occupa l’ex sede dei grandi magazzini Mesbla nel centro di San Paolo. Il design è stato impostato sia per potenziare l’attrattività del contesto urbano, sia per riadattare la struttura dell'edificio a un insieme completamente nuovo di usi e programmi specifici (tra cui una piazza aperta all'interno dell'edificio come fulcro di socialità, un teatro, una scuola di danza, alcuni spazi espositivi, un ambulatorio dentistico, un ristorante, una biblioteca ed una piscina in copertura), secondo un concetto di democratizzazione e piena accessibilità ai servizi come strumento di autonomia individuale e cittadinanza attiva.