Architetture a sbalzo: 15 progetti che sfidano la gravità

Dal brutalismo ai grattacieli di Dubai, i volumi a sbalzo rappresentano lo slancio energico dell’architettura, tra poesia e virtuosismo tecnico. 

I volumi a sbalzo sono nell’architettura un sinonimo di sfida strutturale e progettuale. Se da un lato gli elementi in aggetto rimandano alle conquiste tecniche dell’800, non possono che tornare alla mente i progetti visionari del novecento, dai costruttivisti russi, come El Lissitzky, in cui piastre a più piani rimanevano sospese a sbalzo su pilastri urbani. O ancora, le opere visionarie del metabolismo giapponese, o i piani a sbalzo de la Casa sulla Cascata di F. L. Wright.

Oltre l’utopia e i progetti antesignani del primo ‘900, il panorama progettuale offre numerosi esempi di architetture che hanno guardato all’aggetto dei volumi per la loro espressività. Abbiamo quindi raccolto 15 architetture, che in varie parti del mondo, con estetiche, materiali e funzionalità differenti, riescono ad esprimere un mosaico variegato di questa tema progettuale. Nei progetti, la tensione tra leggerezza e contrasto alla gravità, poesia e forza tecnica, diventano il cuore pulsante dello spazio, ed esprimono l’essenza di queste architetture. 

I progetti raccolti intessono un racconto internazionale: dallo sperimentalismo nordeuropeo, alla poetica della costruzione sudamericana, fino alle sceniche architetture negli emirati. Si inizia dagli anni Sessanta, con alcune architetture brutaliste come l’Aula di Borek Bakema a Delft, dove corpo dell’architettura si eleva, con le nervature, i pilastri e le travi in cemento armato, che diventano cifra linguistica dell’opera stessa, che si ritrova anche nella Geisel Library di William Pereira.

Passando dagli Mvrdv con il celebre WoZoCo e i suoi volumi aggettanti, si approda poi ai primi anni 2000. Se con Coop Himmelb(l)au l’edificio diventa un corpo sospeso, con il VitraHaus i singoli elementi che lo compongono si sovrappongono liberamente producendo aggetti e spazi inattesi.

Da qui, alcune architetture dalle dimensioni più ridotte, come quelle di Pezo Von Ellrichshausen o Irrazzaval, mostrano come anche alla scala domestica l’aggetto possa diventare perno per una potenza espressiva e costruttiva. Infine, a concludere la raccolta, alcune grandi opere recenti come lo Shenzhen Stock Exchange o l’One Za’abeel, che nella semplicità dei volumi disegnano nuovi landmark delle metropoli contemporanee. 

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