Rinnovare e ampliare un edificio pubblico compiuto e simmetrico, non antico ma già storicizzato e sottoposto a vincoli di conservazione, rigido nel linguaggio e nell’impianto: questo è il mandato con cui si è confrontato il team di Magén arquitectos nel suo intervento sulla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Saragozza, progetto completato recentemente dopo aver vinto un concorso.
Razionalismo da abitare, in un’università spagnola
Per restaurare e ampliare la facoltà di Lettere e Filosofia a Saragozza, Magén Arquitectos punta su volumi razionali che evocano Rafael Moneo e David Chipperfield, e su dettagli che rendono lo spazio un’esperienza di condivisione.
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
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Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Foto Rubén P. Bescós
Inserimento urbano
primo piano
terzo piano
pianta dell'esistente con schema dei nuovi interventi
prospetti
sezioni
dettaglio
View Article details
- Giovanni Comoglio
- 05 novembre 2024
- Saragozza, Spagna
- Magén Arquitectos
- 21.960 mq
- sede universitaria
- 2023
Per affrontarlo, ci si è inseriti nel solco di un metodo che, dalla Spagna, ha insegnato molto all’architettura degli ultimi decenni, all’architettura pubblica in particolare: un lavorare di fino sul ruolo urbano degli edifici, e su un dialogo tra il loro linguaggio e quello espresso dal contesto costruito. Un pensiero insegnato da Rafael Moneo col municipio a Murcia o col Prado ampliato a Madrid; un pensiero articolato da molti grandi nomi, come David Chipperfield con i suoi musei berlinesi. Il nuovo edificio di Magén arquitectos infatti riprende la scansione di prospetto del vicino, la differenza di ritmo tra basamento ed elevazione, ma la astrae in sequenze di pilastri laterizi, e distribuisce i volumi in un equilibrio asimmetrico, in rottura con le architetture esistenti.
A collocare poi il progetto nel contemporaneo arriva una serie di peculiarità, di sorprese spaziali legate alla missione che gli architetti si sono dati fin dall’inizio, cioè combinare il restauro dell’esistente con l’aggiornamento delle tecnologie e delle funzioni nei diversi ambienti, e poi aumentare nell’intero complesso le occasioni di condivisione e di incontro, fondamento della vita in un’università.
Ecco quindi le strategie che puntano a raggiungere la categoria di nearly zero energy building (NZEB) attraverso soluzioni passive – materiali riciclabili, doppie facciate, l’atrio a serra e la presenza di vegetazione nell’edificio – e attive, come la cogenerazione di energia con pannelli solari e accumulazione stagionale, l’utilizzo del geotermico e della ventilazione controllata.
Ma ecco anche le “sorprese” dello spazio appena evocate, dentro il vecchio edificio come nel nuovo: la trasformazione dei lunghi corridoi in segmenti più raccolti, con boiseries di legno chiaro che diventano porte e sedute; un nuovo ruolo per le ceramiche alle pareti degli spazi di passaggio, in dialogo con pietra chiara e intonaci bianchi; e poi la scala elicoidale libera che viene a unificare gli spazi frammentati che prima distribuivanol'accesso all’aula magna, e la grande agorà coperta dentro il nuovo fabbricato. Tutti dispositivi di esperienza dello spazio che orientano le priorità del progetto verso una interpretazione olistica del concetto di qualità della vita, in ascolto dell’ambiente come delle singole individualità nella loro richiesta di connessione.
- Pilar Giménez, Irene Arrieta, Clara Ordovás , David Lozano, Víctor Chueca, David Lozano, Marta Aguado, Guillermo Montaner, Alba Zamora, Javier Garuz (architetti); David Mateo, Fernando Galindo, Marina Bonet (computi/budget)
- University of Zaragoza. Department of Education, Science and Universities. Government of Aragon
- UTE Facultad de Filosofía (FCC Construcción SA, COPISA, EASA-Estructuras Aragón, FCC Infraestructuras Energéticas SAU)
- Pérez Benedicto Ingeniería SL
- Ingeniería Torné SL