10 progetti in dialogo con l’acqua: le architetture anfibie selezionate da Domus

Quando l’acqua diventa elemento poetico, o ragione stessa di una scelta progettuale, nascono storie di architetture uniche o rivoluzionarie: ne abbiamo selezionate 10, tra Carlo Scarpa e Snøhetta, passando per il Rio delle Amazzoni.

1. Carlo Scarpa, Fondazione Querini Stampalia, Venezia, Italia 1963 La dimora storica di origine cinquecentesca è oggi sede della Fondazione Querini Stampalia, casa-museo e luogo di studio e ricerca. L’intervento di Carlo Scarpa, oltre al restauro e al consolidamento generale dell’edificio, riguardò soprattutto il piano terra con la realizzazione del nuovo ponte di accesso, l'eliminazione delle superfetazioni ottocentesche, la valorizzazione del giardino attraverso la messa a dimora di piante e di una fontana. Il frequente e problematico fenomeno veneziano dell’acqua alta è trattato come fonte di ispirazione progettuale: un sistema di gradoni e vasche accoglie e controlla l’acqua che “allaga” il piano terra in caso di marea superiore alla media, creando giochi di riflessi e trasparenze, e uno spazio inedito.

Foto fusion-of-horizons da Flickr

1. Carlo Scarpa, Fondazione Querini Stampalia, Venezia, Italia 1963

Foto fusion-of-horizons da Flickr

2. Luis Barragán, Cuadra San Cristóbal, Los Clubes, Città del Messico, 1968 Il complesso comprende  un’abitazione con annessa scuderia e maneggio ed è caratterizzato da volumi scarni ed essenziali accesi da forti blocchi cromatici, in un rapporto osmotico con i cortili e spazi all’aperto. L’acqua è concepita come elemento funzionale integrante della vita domestica, insinuandosi tra i volumi, sgorgando da fontane e creando grandi specchi dove uomini e cavalli (componenti della famiglia a tutti gli effetti) possono bagnarsi per trovare sollievo dal caldo. 

Foto Šarūnas Burdulis da wikimedia commons

2. Luis Barragán, Cuadra San Cristóbal, Los Clubes, Città del Messico, 1968

Foto Esparta Palma da Flickr

3. Louis Kahn, Edificio dell’Assemblea Nazionale, Dacca, Bangladesh 1962-1982 Il complesso, che comprende otto mastodontici volumi in cemento e laterizio ispirati da geometrie primordiali e distribuiti attorno alla sala dell’assemblea centrale, è immerso in un lago artificiale che raccoglie le piogge monsoniche e che, insieme all’enorme massa della costruzione, funge da isolante naturale e sistema di raffreddamento.

Foto PixHound da Adobe Stock

3. Louis Kahn, Edificio dell’Assemblea Nazionale, Dacca, Bangladesh 1962-1982

Domus 548, luglio 1975

4. Diller Scofidio + Renfro, Institute of Contemporary Art, Boston, USA 2006 Il complesso – che comprende gallerie per esposizioni temporanee e permanenti, un teatro polivalente da 330 posti, un ristorante, una libreria, strutture per corsi/laboratori e uffici amministrativi – è delimitato dalla Harbour Walk, un percorso pubblico che il progetto incorpora a sua volta; lo stesso molo al centro di questa composizione diventa una quinta scenica per una tribuna che si apre dall’edificio verso l’acqua. La relazione visiva con l’acqua è infatti il leitmotiv della composizione; un’acqua che filtra da diverse prospettive e inclinazioni: direttamente dalle ampie vetrate trasparenti che propongono un’esperienza immersiva nel contesto del porto, e in modo più sfumato dalle superfici opache del monolitico volume aggettante. 

Foto Smart Destinations da wikimedia commons

4. Diller Scofidio + Renfro, Institute of Contemporary Art, Boston, USA 2006

Foto Matt Clough da Flickr

5. Snøhetta, Norwegian National Opera and Ballet, Oslo, Norvegia 2008 Il complesso dell’Opera House è un importante volano di rigenerazione nell’ex area portuale in trasformazione di Bjøzvika. La struttura rivestita in granito bianco svedese e marmo di Carrara si staglia nel paesaggio come un monumentale iceberg che spunta dal fiordo e che sfuma i confini tra terra e acqua in cui sembra inabissarsi, con la copertura inclinata che funge da promenade urbana.

Foto Visit Oslo da Flickr

5. Snøhetta, Norwegian National Opera and Ballet, Oslo, Norvegia 2008

Foto Daniel Andersson da Flickr

6. Ro&ad, Moses Bridge, Halsteren, Paesi Bassi 2011 Costruito lungo West Brabant Water Line, in origine una linea di difesa su cui si erge un gruppo di fortezze del XVII secolo recentemente riqualificate, il ponte d’accesso progettato da Ro&ad a un forte seicentesco è un attraversamento “in trincea” scavato nell’acqua del fossato, rivestito in legno Accoya e praticamente invisibile, che evoca la suggestione della separazione delle acque praticata da Mosé nel Mar Rosso secondo la Bibbia.

Foto Forgemind ArchiMedia da Flickr

6. Ro&ad, Moses Bridge, Halsteren, Paesi Bassi 2011

Foto Digital Eye da wikimedia commons

7. De Urbanisten, Watersquare Benthemplein, Rotterdam, Paesi Bassi 2013 La piazza d'acqua Benthemplein svolge una duplice funzione: è sia uno spazio pubblico sia un “collettore” di acqua piovana. Nella stagione secca, la piazza è uno spazio animato per il quartiere, accuratamente progettato nei percorsi, nelle aree verdi e di sosta. Quando piove, tre bacini (dei quali il più grande è anche un campo sportivo e un teatro all’aperto) si trasformano, nel caso di fenomeni minori, in bacini di raccolta delle acque piovane o, nel caso di fenomeni più intensi, in veri e propri bacini di decantazione per il riciclo delle acque.

Foto stadtlandschaft da Flickr

7. De Urbanisten, Watersquare Benthemplein, Rotterdam, Paesi Bassi 2013

Foto Michiel Brouwer da Flickr

8. Álvaro Siza & Carlos Castanheira, The Building On the Water, Huai’An City, Jiangsu , Cina 2014 Situato nel New Salt Industrial Park di Huai’An City, quello della Shihlien Chemical Industrial Jiangsu Co. è uno degli impianti di produzione di carbonato di sodio e cloruro di ammonio più grandi del mondo. Il progetto ha inteso realizzare un edificio che si fondesse perfettamente con l’acqua e la cui identità fosse riconoscibile a livello internazionale. Interamente realizzata in cemento bianco a vista e distribuita su due livelli, la sua forma curvilinea evoca la forma di un drago, elegantemente sospeso sul pelo dell’acqua.

Domus 988, febbraio 2015

8. Álvaro Siza & Carlos Castanheira, The Building On the Water, Huai'An City, Jiangsu, Cina 2014

Domus 988, febbraio 2015

9. Baca architects, Amphibious house (“Formosa”), Marlow, Buckinghamshire, Regno Unito 2015 Una casa “anfibia” è un edificio che appoggia sul terreno ma ogni volta che si verifica un'inondazione l'intero edificio si solleva nel suo bacino dove galleggia, sostenuto dall'acqua. Tale tecnologia, ideale per le aree ad alto rischio di inondazioni e in contesti paesaggistici vincolati, fonde tecnologie provenienti dall'industria edilizia con quelle marittime ed è stata impiegata per la prima volta in Inghilterra da Baca architects, in una zona soggetta ad alluvioni sulle rive del Tamigi: sebbene dotata di fondamenta fisse, l’abitazione composta da una struttura indipendente intelaiata in legno e rivestita in scandole di zinco è in grado di sopraelevarsi e “galleggiare” sull’acqua fino ad una quota di 2,5 m. 

Foto DarrenChung

9. Baca architects, Amphibious house (“Formosa”), Marlow, Buckinghamshire, Regno Unito 2015

Foto Oliver Pohlmann

10. Leticia, Amazzonia, Brasile La città fondata come porto nel 1867 sulle rive del Rio delle Amazzoni vive in rapporto biunivoco con il fiume grazie alle sue case anfibie: edifici disposti sul suolo che, in caso di alluvioni, si alzano e galleggiano come barche sostenute dalla forza dell’acqua. Nella zona del porto, quando il fiume è al livello più basso, sulla collina svettano case appoggiate su tronchi e massi; quando il fiume comincia a salire, gli edifici crescono per metà sulla terraferma e per metà nell’acqua; quando il fiume raggiunge il livello massimo, le case galleggiano sull’acqua, legate da funi ad ancore di metallo. 

Foto Kurt Hollander

10. Leticia, Amazzonia, Brasile

Foto Kurt Hollander

Se non si considerano gli effetti talvolta devastanti che la sua forza incontrollabile può produrre (dai tempi di Noè), l’acqua, elemento fondamentale della vita sul pianeta, diventa un mezzo di progettazione più spesso di quanto non sembri, interagendo col disegno architettonico che, parafrasando il film di Guillermo del Toro (“La forma dell’acqua”, NdA), conferisce alla sostanza fluida una “forma”. Sopra, sotto, di fronte, attraverso l’acqua: sono alcune delle molteplici declinazioni progettuali lungo il solco tracciato da Vitruvio che, nel libro Ottavo del “De Architectura”, ascriveva al prezioso liquido una duplice valenza: funzionale, come infrastruttura che innerva la città e il territorio, e poetico/filosofica, come strumento di indagine scientifica sulla struttura dell’Universo, evocativa di intimi equilibri tra artificio e natura. Diventa evidente come, a dispetto di ogni assunto, sia spesso l’acqua a dare forma e funzione all’architettura. Lo fa oggi più che mai, in un contesto di crisi climatica che con l’innalzamento del livello marino porta la sparizione di interi tratti costieri, la ricollocazione di insediamenti quando non di intere città, e la nascita di nuove tipologie per città dempre più d’acqua come Kunlé Adeyemi di NLÉ ci ha mostrato con le sue pluripremiate Floating Schools sviluppate in Nigeria.

Kunlé Adeyemi, scuola galleggiante alla Biennale Architettura 2016. Foto Jacopo Salvi. Courtesy La Biennale di Venezia

In sintonia con questo approccio duale, proponiamo una selezione di opere progettate da grandi architetti che, nonostante le differenze linguistiche e di contesto, interpretano l’acqua come materiale “strutturante” della progettazione, appianando la dicotomia tra funzione e poetica. Opere che vengono a patti con l’aleatorietà dell’elemento naturale, senza opporvisi ma introiettandolo nella costruzione (Carlo Scarpa; De Urbanisten); che si adattano ad esso come architetture “anfibie” (Baca Architects, Leticia); che ne fanno una presenza intimamente intrecciata alla propria vita (Luis Barragán; Álvaro Siza); che sfruttano il paesaggio acquatico per le sue caratteristiche funzionali legate all’individuo e alla collettività (Louis Kahn; Ro&ad) o per aprire nuove prospettive su paesaggi inusuali (Diller Scofidio + Renfro, Snøhetta).

In generale, si tratta sempre e comunque di architetture viventi che mutano nelle configurazioni, nelle modalità percettive e fruitive, nei riflessi di luce in funzione del liquido imprevedibile con cui si interfacciano, proprio come fosse la materia amorfa e inafferrabile a dare forma (e sostanza) alla materia solida e inerte, e non viceversa.   

Immagine di apertura: Il Teatro dell'Opera di Oslo. Foto VisitOslo da Flickr

1. Carlo Scarpa, Fondazione Querini Stampalia, Venezia, Italia 1963 Foto fusion-of-horizons da Flickr

La dimora storica di origine cinquecentesca è oggi sede della Fondazione Querini Stampalia, casa-museo e luogo di studio e ricerca. L’intervento di Carlo Scarpa, oltre al restauro e al consolidamento generale dell’edificio, riguardò soprattutto il piano terra con la realizzazione del nuovo ponte di accesso, l'eliminazione delle superfetazioni ottocentesche, la valorizzazione del giardino attraverso la messa a dimora di piante e di una fontana. Il frequente e problematico fenomeno veneziano dell’acqua alta è trattato come fonte di ispirazione progettuale: un sistema di gradoni e vasche accoglie e controlla l’acqua che “allaga” il piano terra in caso di marea superiore alla media, creando giochi di riflessi e trasparenze, e uno spazio inedito.

1. Carlo Scarpa, Fondazione Querini Stampalia, Venezia, Italia 1963 Foto fusion-of-horizons da Flickr

2. Luis Barragán, Cuadra San Cristóbal, Los Clubes, Città del Messico, 1968 Foto Šarūnas Burdulis da wikimedia commons

Il complesso comprende  un’abitazione con annessa scuderia e maneggio ed è caratterizzato da volumi scarni ed essenziali accesi da forti blocchi cromatici, in un rapporto osmotico con i cortili e spazi all’aperto. L’acqua è concepita come elemento funzionale integrante della vita domestica, insinuandosi tra i volumi, sgorgando da fontane e creando grandi specchi dove uomini e cavalli (componenti della famiglia a tutti gli effetti) possono bagnarsi per trovare sollievo dal caldo. 

2. Luis Barragán, Cuadra San Cristóbal, Los Clubes, Città del Messico, 1968 Foto Esparta Palma da Flickr

3. Louis Kahn, Edificio dell’Assemblea Nazionale, Dacca, Bangladesh 1962-1982 Foto PixHound da Adobe Stock

Il complesso, che comprende otto mastodontici volumi in cemento e laterizio ispirati da geometrie primordiali e distribuiti attorno alla sala dell’assemblea centrale, è immerso in un lago artificiale che raccoglie le piogge monsoniche e che, insieme all’enorme massa della costruzione, funge da isolante naturale e sistema di raffreddamento.

3. Louis Kahn, Edificio dell’Assemblea Nazionale, Dacca, Bangladesh 1962-1982 Domus 548, luglio 1975

4. Diller Scofidio + Renfro, Institute of Contemporary Art, Boston, USA 2006 Foto Smart Destinations da wikimedia commons

Il complesso – che comprende gallerie per esposizioni temporanee e permanenti, un teatro polivalente da 330 posti, un ristorante, una libreria, strutture per corsi/laboratori e uffici amministrativi – è delimitato dalla Harbour Walk, un percorso pubblico che il progetto incorpora a sua volta; lo stesso molo al centro di questa composizione diventa una quinta scenica per una tribuna che si apre dall’edificio verso l’acqua. La relazione visiva con l’acqua è infatti il leitmotiv della composizione; un’acqua che filtra da diverse prospettive e inclinazioni: direttamente dalle ampie vetrate trasparenti che propongono un’esperienza immersiva nel contesto del porto, e in modo più sfumato dalle superfici opache del monolitico volume aggettante. 

4. Diller Scofidio + Renfro, Institute of Contemporary Art, Boston, USA 2006 Foto Matt Clough da Flickr

5. Snøhetta, Norwegian National Opera and Ballet, Oslo, Norvegia 2008 Foto Visit Oslo da Flickr

Il complesso dell’Opera House è un importante volano di rigenerazione nell’ex area portuale in trasformazione di Bjøzvika. La struttura rivestita in granito bianco svedese e marmo di Carrara si staglia nel paesaggio come un monumentale iceberg che spunta dal fiordo e che sfuma i confini tra terra e acqua in cui sembra inabissarsi, con la copertura inclinata che funge da promenade urbana.

5. Snøhetta, Norwegian National Opera and Ballet, Oslo, Norvegia 2008 Foto Daniel Andersson da Flickr

6. Ro&ad, Moses Bridge, Halsteren, Paesi Bassi 2011 Foto Forgemind ArchiMedia da Flickr

Costruito lungo West Brabant Water Line, in origine una linea di difesa su cui si erge un gruppo di fortezze del XVII secolo recentemente riqualificate, il ponte d’accesso progettato da Ro&ad a un forte seicentesco è un attraversamento “in trincea” scavato nell’acqua del fossato, rivestito in legno Accoya e praticamente invisibile, che evoca la suggestione della separazione delle acque praticata da Mosé nel Mar Rosso secondo la Bibbia.

6. Ro&ad, Moses Bridge, Halsteren, Paesi Bassi 2011 Foto Digital Eye da wikimedia commons

7. De Urbanisten, Watersquare Benthemplein, Rotterdam, Paesi Bassi 2013 Foto stadtlandschaft da Flickr

La piazza d'acqua Benthemplein svolge una duplice funzione: è sia uno spazio pubblico sia un “collettore” di acqua piovana. Nella stagione secca, la piazza è uno spazio animato per il quartiere, accuratamente progettato nei percorsi, nelle aree verdi e di sosta. Quando piove, tre bacini (dei quali il più grande è anche un campo sportivo e un teatro all’aperto) si trasformano, nel caso di fenomeni minori, in bacini di raccolta delle acque piovane o, nel caso di fenomeni più intensi, in veri e propri bacini di decantazione per il riciclo delle acque.

7. De Urbanisten, Watersquare Benthemplein, Rotterdam, Paesi Bassi 2013 Foto Michiel Brouwer da Flickr

8. Álvaro Siza & Carlos Castanheira, The Building On the Water, Huai’An City, Jiangsu , Cina 2014 Domus 988, febbraio 2015

Situato nel New Salt Industrial Park di Huai’An City, quello della Shihlien Chemical Industrial Jiangsu Co. è uno degli impianti di produzione di carbonato di sodio e cloruro di ammonio più grandi del mondo. Il progetto ha inteso realizzare un edificio che si fondesse perfettamente con l’acqua e la cui identità fosse riconoscibile a livello internazionale. Interamente realizzata in cemento bianco a vista e distribuita su due livelli, la sua forma curvilinea evoca la forma di un drago, elegantemente sospeso sul pelo dell’acqua.

8. Álvaro Siza & Carlos Castanheira, The Building On the Water, Huai'An City, Jiangsu, Cina 2014 Domus 988, febbraio 2015

9. Baca architects, Amphibious house (“Formosa”), Marlow, Buckinghamshire, Regno Unito 2015 Foto DarrenChung

Una casa “anfibia” è un edificio che appoggia sul terreno ma ogni volta che si verifica un'inondazione l'intero edificio si solleva nel suo bacino dove galleggia, sostenuto dall'acqua. Tale tecnologia, ideale per le aree ad alto rischio di inondazioni e in contesti paesaggistici vincolati, fonde tecnologie provenienti dall'industria edilizia con quelle marittime ed è stata impiegata per la prima volta in Inghilterra da Baca architects, in una zona soggetta ad alluvioni sulle rive del Tamigi: sebbene dotata di fondamenta fisse, l’abitazione composta da una struttura indipendente intelaiata in legno e rivestita in scandole di zinco è in grado di sopraelevarsi e “galleggiare” sull’acqua fino ad una quota di 2,5 m. 

9. Baca architects, Amphibious house (“Formosa”), Marlow, Buckinghamshire, Regno Unito 2015 Foto Oliver Pohlmann

10. Leticia, Amazzonia, Brasile Foto Kurt Hollander

La città fondata come porto nel 1867 sulle rive del Rio delle Amazzoni vive in rapporto biunivoco con il fiume grazie alle sue case anfibie: edifici disposti sul suolo che, in caso di alluvioni, si alzano e galleggiano come barche sostenute dalla forza dell’acqua. Nella zona del porto, quando il fiume è al livello più basso, sulla collina svettano case appoggiate su tronchi e massi; quando il fiume comincia a salire, gli edifici crescono per metà sulla terraferma e per metà nell’acqua; quando il fiume raggiunge il livello massimo, le case galleggiano sull’acqua, legate da funi ad ancore di metallo. 

10. Leticia, Amazzonia, Brasile Foto Kurt Hollander