Siamo nel 1997, e la casa editrice Bloomsbury ha appena pubblicato la prima edizione di Harry Potter and the Philosopher’s Stone, primo libro di una serie di sette, tutti firmati da J. K. Rowling. L’ultimo viene pubblicato dieci anni dopo, nel 2007. Intanto Harry Potter sarà diventato un fenomeno mondiale, capace di cambiare il nostro rapporto con il genere fantasy, che vive di riflesso una nuova giovinezza. L’immaginario collettivo dei lettori, soprattutto preadolescenti e adolescenti, viene plasmato da nuovi input che reinterpretano e rimescolano stilemi preesistenti della letteratura fantastica, aggiungendo peculiari novità. Tra i punti di forza della serie le ambientazioni. Diagon Alley, Hogsmeade, Azkaban, la Banca Gringott, il Ministero della Magia e, soprattutto… la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Le architetture di Harry Potter
Hogwarts nasce sulla carta, trova la sua consacrazione al cinema, risorge in teatro. Un recente videogioco la rende finalmente esplorabile. Ma sono tante le architetture della saga: ne raccontiamo quasi trent’anni di evoluzione.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
J. K. Rowling, Harry potter e il prigioniero di Azkaban, Salani Editore, 2021
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
Screenshot dalla riduzione cinematografica di Harry Potter, Warner Bros, 2001-11.
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- Mirko Tommasino
- 22 febbraio 2023
I sette libri (1997-2007)
I libri che costituiscono la saga sono concepiti per accompagnare idealmente i nuovi lettori dall’infanzia all’età adulta, cambiando il registro linguistico di volta in volta. Anche in termini prettamente descrittivi, l’autrice passa dalle frasi ricche di allitterazioni e descrizioni lineari e semplici della prima porzione di storia ai paragrafi più complessi, sia sotto il profilo della terminologia sia dei diversi livelli di lettura, dell’ultima, concitata sequenza di eventi. Tutto questo, passando attraverso diverse sfumature che avvicinano o allontanano emotivamente i lettori dai luoghi descritti. “La sala era illuminata da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz'aria sopra quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti gli altri studenti. […] un soffitto di un nero intenso trapunto di stelle”. In Harry Potter e la Pietra Filosofale, con poche parole efficaci, la scrittrice inglese crea un’immagine mentale unica e iconica nella mente di chiunque, grandi e piccini.
Harry Potter al cinema (2001-2011)
Nonostante tutte le ingenuità visive di un’opera cinematografica che in quel momento storico non è ancora supportata dai budget faraonici dei film successivi, Harry Potter e la Pietra Filosofale, pellicola con cui la saga esordisce al cinema nel 2001, getta le basi di un alfabeto visivo in termini architettonici, luminotecnici e cromatici, che nei dieci anni successivi sarebbe stato poi ripreso (o ribaltato) più volte. Anche al cinema, la Sala Grande di Hogwarts trasmette esattamente le stesse sensazioni di calore, accoglienza e sicurezza (seppur con un’ombra di mistero) legate alla prima impressione maturata dal neostudente Harry. Nel corso degli anni, quell’ambiente sicuro cambierà diverse volte il proprio volto, diventando persino un luogo ostile. Se con Il Prigioniero di Azkaban (2004) Hogwarts era rimasta, nonostante tutto, una fortezza (quasi) impenetrabile, ne Il Principe mezzosangue (2009) il male serpeggia dall’interno. L’austerità del ministero della magia invade un mondo gioviale, rendendo chiaro il nuovo status quo anche (e soprattutto) in termini visivi. La struttura lapidea di Hogwarts, malleabile per definizione grazie alle imponenti scale a cui “piace cambiare”, si riorganizza diventando teatro di una rigidità figlia delle manie di controllo ed egemonia: tutto si fa sempre meno luminoso, i toni diventano più cupi e il mondo noto a tutti i fan cambia inesorabilmente.
Successivamente, con l’epilogo bipartito I Doni della Morte Parte 1 e 2, in sala nel 2010 e 2011, è la scuola stessa ad andare in pezzi, frammentandosi sotto il peso incombente e ormai palese del villain della saga, Voldermort. I colori marciscono, così come le luci si affievoliscono. Ogni ambiente diventa più sporco, rappresentando in modo inequivocabile la fine dell’innocenza e il passaggio univoco dall’infanzia all’età adulta. Il trio dei protagonisti costituito da Harry, Ron ed Hermione attraversa l’inferno: i terreni su cui si muovono si frammentano ai loro piedi, e allo stesso tempo la dura pietra diventa sempre più spoglia e meno “magica” anche nella scuola, in particolare in loro assenza. Al di là della vicenda che lega il protagonista ad un destino ineluttabile, struttura portante del racconto, si può affermare che è proprio questo approccio dinamico agli ambienti a tenere lo spettatore incollato allo schermo.
Lo spettacolo teatrale (2016-oggi)
Dopo la prima esperienza cinematografica, il complesso mondo di Harry Potter rivive a teatro nel 2016, quindi a cinque anni dall’ultimo film, con Harry Potter and the Cursed Child, un allestimento firmato dall’autrice e dallo sceneggiatore Jack Thorne, con la regia di John Tiffany, ambientato 19 anni dopo gli eventi della saga originale, ancora oggi in scena al Palace Theatre di Soho, a Londra. La macchina scenica teatrale non fa rimpiangere la magnificenza delle ambientazioni filmiche. Le arcate di Hogwarts dalle volte a sesto acuto e a tutto sesto tornano a rivivere sotto i riflettori del palcoscenico, così come ne viene ripresa la dicotomia cromatica tra bene e male, con toni caldi e freddi, in particolare nelle scene dove è la magia a fare da padrona.
Animali Fantastici (2016-oggi)
Pochi mesi dopo il debutto dell’opera teatrale, arriva sui grandi schermi una nuova storia: Fantastic Beasts/Animali Fantastici, con protagonista il magizoologo Newt Scamander. La trilogia è un prequel della fortunata saga. Anche in questa iterazione cinematografica, gli spettatori sono nuovamente riportati a Hogwarts e, nonostante i toni più maturi, è impossibile per i fan cresciuti con la serie originaria di film (e ormai diventati adulti) non sussultare davanti alla vista della scuola di magia più famosa al mondo, nonostante sia impossibile non notare che – almeno in parte – la magia dell’infanzia sembra essere svanita, per sempre.
Hogwarts Legacy (2023)
Infine, arriviamo al presente… con un salto nel passato. La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts torna a vivere ancora una volta, questa volta nel mondo videoludico, vestendo i panni da co-protagonista con il titolo Hogwarts Legacy, un gioco di ruolo d’azione sviluppato da Avalanche Software e pubblicato da Warner Bros. Interactive Entertainment. Non è la prima volta che il mondo di Harry Potter fa capolino tra le console casalinghe, ci sono una ventina di titoli a tema tra PC, console e smartphone. Il gioco uscito recentemente è sicuramente il prodotto più coinvolgente, avvincente e credibile mai realizzato in termini di riproduzione degli ambienti architettonici e dell’esperienza immersiva nel mondo di Harry Potter.
La scuola, nonostante il salto temporale di circa un secolo rispetto alla saga con protagonisti Harry e i suoi amici, è enorme, imponente e divertente da esplorare. Gli ambienti visti nei film e letti nei libri sono stati riprodotti con grande accuratezza, e nascondono curiosità e sorprese. È facile perdersi a osservare le sale delle diverse case o i panorami visti dal castello, rapiti dalle texture fedelissime dei materiali e dal gioco di ombre e luci che toccano i diversi sfondi. In termini materici, c’è una grande sensazione di tangibilità grazie alla possibilità di interazione con l’ambiente che circonda il protagonista e affolla il mondo magico. Una struttura meccanica semplice, ma allo stesso tempo efficace e solida, consente infatti al giocatore di apprendere e reiterare dei pattern all’interno delle diverse missioni, permettendo in tal modo anche a chi non è avvezzo al mondo di videogiochi di rivivere nel modo a oggi più immersivo in assoluto il mondo quasi trentennale di Harry Potter.
Immagine di apertura di BK da Unsplash
- I libri della saga di Harry Potter sono stati scritti da J. K Rowling, in ordine: Harry Potter e la pietra filosofale (1997), Harry Potter e la camera dei segreti (1998), Harry Potter e il prigioniero di Azkaban (1999), Harry Potter e il calice di fuoco (2000), Harry Potter e l'Ordine della Fenice (2003), Harry Potter e il principe mezzosangue (2005), Harry Potter e i Doni della Morte (2007). AMDL CIRCLE ha curato le copertine dell'ultima edizione italiana, uscita per Salani Editore nel 2021.
- Gli otto film della saga di Harry Potter sono distribuiti da Warner Bros e in Italia si possono vedere in streaming su Prime Video e Netflix.
- Harry Potter and the Cursed Child è un'opera teatrale in due parti scritta da Jack Thorne, su un soggetto dello stesso Thorne insieme a J. K. Rowling e John Tiffany. Attualmente è ancora in scena al Palace Theatre di Soho, a Londra.
- Il videogioco dal titolo Hogwarts Legacy è stato sviluppato da Avalanche Software e pubblicato da Warner Bros. Interactive Entertainment.
- Animali fantastici è una serie cinematografica scritta da J. K. Rowling e prodotta da Warner Bros, che fa da prequel alla saga di Harry Potter.
Pochi luoghi figli della narrativa fantastica degli ultimi decenni sono iconici come il castello di Hogwarts e la sua caratteristica silhouette. Oltre a rappresentare nell’immaginario collettivo un luogo in cui chiunque è messo nelle condizioni di trovare il riscatto rispetto all’ordinario mondo babbano, la sua architettura (che pesca a piene mani dal gotico e, ancor di più, dal neogotico) rappresenta per molti la definizione di “castello impenetrabile”.
Prima di Harry Potter, la scena fantasy era dominata da Il Signore degli Anelli e dal suo modello “high fantasy”, con castelli medioevali dotati di bastioni, merli, feritoie, fossati e torri, nessuno avrebbe immaginato un tale sconvolgimento visivo.
La saga di Harry Potter, attraverso i testi dell’autrice (prima) e i film della saga (poi) giocano invece elementi di fantasy urbano con fortissime influenze ottocentesche: da qui, la grande vicinanza al Neogotico.
La struttura lapidea costituita da alte torri, soffitti voltati e archi a sesto acuto in molti casi conferisce allo spessore della materia architettonica un peso tutt’altro che massivo, anzi: a Hogwarts le strutture architettoniche basate sui “vuoti” creati dalla pietra sembrano essere leggere come il vento che sostiene il volo delle scope, senza nulla togliere alla sicura concretezza delle spesse mura dai mattoni dalle tinte calde.
Ogni pietra è ricca di storia e ogni individuo che passeggia all’interno dei corridoi è pronto a scrivere, tra le tante, anche la sua. Per questo, l’intero edificio trasuda memoria, rispetto e sogni realizzati. Se si volesse fare un parallelo con il mondo reale, l’atmosfera che si respira ricorda i più antichi college inglesi, oltre che gli scorci di Edimburgo. Ma, pescando a piene mani da uno stile che ha forgiato l’aspetto della Gran Bretagna (e non solo) per diversi secoli, si potrebbero fare moltissimi altri esempi.
Parlando di leggerezza e di scope volanti… è doveroso fare almeno un accenno al Quidditch e allo stadio a esso dedicato, visibile da molti punti della scuola di stregoneria e magia. Simbolo nel simbolo, lo stadio di Hogwarts ha un posto particolare nei cuori di tutti gli appassionati della saga, un po’ perché lì Harry ottiene uno dei suoi primi successi, conquistando il boccino d’oro, un po’ perché la sua architettura è davvero irresistibile. Il Quidditch è uno sport tridimensionale nel vero e proprio senso del termine, frenetico e affascinante. Per questo, il campo da gioco è delineato da confini lungo le tre dimensioni dello spazio, e da pochi segni sul terreno e da oggetti estrusi dallo stesso. Pur non seguendo tutta l’altezza raggiungibile dalle scope, le tribune garantiscono una buona visuale nei confronti di ogni punto raggiungibile in volo, slanciate ancor di più dalle torri delle case poste alle loro spalle, che lambiscono il cielo proprio come le strutture più basse (ma comunque imponenti) della scuola.
L’impatto in termini visivi è straordinario, perché il vuoto del campo da gioco è delimitato unicamente dai pieni degli spalti, delle torri e da pochissime righe bianche sul manto erboso. Mentre sfrecciano ad altissima velocità da un lato all’altro del campo, i componenti delle due squadre hanno l’obiettivo di segnare il maggior numero di punti possibile, facendo passare il pallone all’interno di uno dei tre cerchi posti alle spalle del portiere avversario. Oltre agli scontri di gioco, che in parte sembrano ricordare il Calcio Fiorentino, gli occhi degli spettatori schizzano ancor di più tra i (pochi) punti di riferimento in cerca di due giocatori speciali: i cercatori di entrambe le squadre, ovvero gli incaricati di raccogliere il boccino d’oro, gesto che in pratica porta la squadra ad aggiudicarsi la vittoria.
Se è vero che gli stadi per molto tempo hanno costituito il centro nevralgico della cultura di un popolo, quello del Quidditch non è da meno: racconta le vite degli studenti oltre la cultura accademica, mostrando come lo svago venga portato avanti a Hogwarts con impegno (se possibile) anche maggiore rispetto al resto.
Il mondo della magia concepito da J.K. Rowling non è costituito unicamente da Hogwarts. Sono molti gli ambienti caratteristici, e sicuramente un posto di rilievo è occupato da Diagon Alley, dove si trova il commerciante Olivander, uno dei primi incontri tra Harry e il mondo di maghi e streghe. Qui acquisterà la sua bacchetta. Stiamo parlando di un quartiere di Londra, accessibile segretamente unicamente a chi è in grado di passare dal mondo “babbano” a quello magico.
Ciò che rende inconfondibile questo luogo, oltre alla coesione di luci, suoni e colori, è la caratteristica architettonica/urbana del set del film. Costruito nel Leadenhall Market di Londra, l’intero set (utilizzato successivamente anche per il film/musical Les Miserables) ricostruisce un ambiente che fonde il borgo medievale, costituito da edifici bassi e molto ravvicinati tra loro con dei piani aggettanti, all’ornamento tipico dell'art Deco, passando per i tipici “brick” scuri londinesi in contrasto con l’imponente struttura marmorea della Banca Gringott, sullo sfondo.
Ed è proprio la banca più celebre (o celeberrima, a seconda dei punti di vista) a meritare una citazione a sé in questo approfondimento. L’imponente facciata di marmo chiaro e bronzo spicca fin dalla prima inquadratura della strada ne La Pietra Filosofale, dal punto di vista dei personaggi Harry e Hagrid, e lascia intendere fin da subito che si tratta di un luogo difficilmente accessibile e decisamente ben protetto. Più volte questo edificio viene citato o visitato nel corso della serie, ma la sequenza più memorabile è sicuramente il furto della Coppa di Tassorosso.
Nel film I Doni della Morte Parte 2, il trio protagonista attraversa prima gli immensi saloni dove sono al lavoro gli impiegati della banca, e poi le suggestive caverne che conducono alle camere blindate. La luce che spiove dall’alto nell’imponente ingresso, lo fa percepire come una cattedrale gotica, e aggiunge un sentore di sacralità agli elegantissimi spazi interni. Nel corso della pellicola, però, è la folle corsa dei ragazzi sui binari sospesi a mezz’aria con Unci-Unci come ostaggio a rivelare la peculiare bellezza della parte meno esposta della banca: le stalattiti e le stalagmiti enormi costellanti l’immensa caverna permettono agli spettatori di rapportare in scala ai protagonisti la grandezza di tale spazio, lasciando tutti ancor di più con il fiato sospeso nel corso di tutta la sequenza.
Per la sua imponenza architettonica, è doveroso citare il Ministero della Magia. Come nel caso della Gringott, anche questo edificio che ha a che fare con la componente “adulta" della saga ha un aspetto severo, meno colorato e gioviale rispetto al resto. Le pareti in legno scuro, i fuochi da cui emergono i maghi in entrata e scompaiono quelli in uscita e il simbolo d’oro del ministero sono gli unici colori visibilmente riconoscibili, mentre dalle finestre non c’è modo di percepire realmente l’ambiente esterno. Tutto l’ambiente conferisce un’idea di burocrazia imperante sulle vite umane. Ovviamente, anche nel corso della storia è palese che la permanenza dei malcapitati protagonisti tra quelle mura non sia mai piacevole, in linea con l’aspetto severo del luogo.
Harry non entra mai fisicamente nell’inespugnabile prigione, ma quest’ultima viene mostrata brevemente in tutta la sua tremenda imponenza. Di proprietà del Ministero della Magia e circondata dalle onde, la descrizione più celebre dell’edificio spiega che le onde e le alte mura siano, in realtà, delle contromisure inutili, dato che è la follia a impedire la fuga ai reclusi. Il suo alone di mistero contribuisce a rendere ancora più temibile questo luogo, e nel corso della saga non cesserà mai di essere percepito come inferno sulla terra.
In una recente edizione dei sette volumi, Salani ha commissionato al Guest Editor 2018 di Domus Michele De Lucchi le nuove copertine, tra cui spicca sicuramente quella del terzo tomo, Il Prigioniero di Azkaban, dedicata proprio all’omonima prigione. La struttura di triangolo estruso con pareti lisce lascia il posto in quest’immagine a un’imponente ziqqurat squadrata, senza finestre e apparentemente senza alcun accesso. Eppure, nonostante queste pochissime apparizioni, ogni fan di Harry Potter sarà in grado di raccontare la sensazione di terrore e raccapriccio trasmessa da Azkaban.
Le case dei protagonisti sono in grado di raccontare tanto di Harry, Hermione, Ron (e Luna). Non se ne vedono molte, ma il loro aspetto ha sempre qualcosa di importante. La storia si apre con Harry a casa dei suoi zii. La famiglia non manca occasione di definirsi “normalissima” e tale è anche la loro dimora.
Ma la stanza di Harry non lo è affatto: situata in un sottoscala senza finestre, minuscolo e scarsamente illuminato anche dalla luce artificiale, è un luogo decisamente angusto e inospitale.
Il ragazzo viene raccontato fin da subito nella sfortunata vita quotidiana all’inizio delle sue avventure e non è difficile comprendere che anch’essa abbia collaborato a formarne il carattere. In parallelo, l'abitazione babbana di Hermione non è nulla di particolarmente eccezionale, ma la sua eleganza tipicamente Hampstead è in linea con il suo carattere.
Quella di Ron è una delle case più peculiari delle famiglie legate al mondo della magia. La sua struttura architettonica è stranissima: con l'ampliarsi della famiglia, sono state aggiunte stanze a una struttura già di per sé asimmetrica e, vista dall’esterno, quasi pericolante. Eppure, il calore famigliare è indiscutibile. La confusione testimoniata dallo stato in cui verte il giardino esterno rispecchia pienamente la personalità del giovane Weasley e dei suoi parenti.
La casa più assurda di tutte è quella dei Lovegood. Luna e suo padre Xenophilius abitano in un edificio dalla forma vagamente cilindrica, costellato di piante peculiari, sentieri storti e decorazioni esterne di ogni tipo.
Purtroppo, nel corso della saga cinematografica viene mostrata in una circostanza infelice, e parte della magia sembra essere andata perduta, ma resta un luogo incredibile fin nella sua essenza. Se almeno una volta vi sarà capitato di innamorarvi dell’unicità di Luna e del suo costante essere con la testa oltre le nuvole, è davvero impossibile non restare incantati davanti alla più “fatata” delle case magiche del mondo di Harry Potter.