Missoni e la memorabile sfilata sui gonfiabili del 1967

Nella cornice della piscina Solari disegnata da Arrigo Arrighetti, il marchio di moda debuttò a Milano con una incredibile performance tra gli arredi gonfiabili di Quasar Khahn, come racconta Rosita Missoni a Domus.

Il 12 dicembre 1967 la casa di moda Missoni debutta a Milano presentando la sua collezione alla Piscina Solari. E lo fa organizzando una sfilata acquatica che è diventata leggendaria, con il coinvolgimento del designer vietnamita Quasar Khanh.

In un tempo non molto lontano le sfilate di moda erano dei veri e propri “happening” pensati come eventi performativi. Non si trattava solo di mostrare una nuova collezione, si trattava più che altro di ambire a portare sul palco una certa qualità culturale e contenutistica. Le “indossatrici”, come venivano chiamate al tempo, diventano delle performer che danzavano, recitavano, si misuravano con lo spazio circostante.

Proprio negli anni in cui l’arte abbandona la dimensione del quadro e le quattro mura delle gallerie per invadere lo spazio e mettere al centro della disciplina il corpo umano, nella moda si avvia un processo di evoluzione e rivoluzione culturale che sfocia nell’organizzazione di sfilate poi rimaste nella storia.

Sfilata gonfiabile di Missoni, Piscina solari, 1967
La sfilata sui gonfiabili di Missoni, Piscina Solari, 1967. Courtesy Archivio Missoni

La piscina Solari di Milano, dove Missoni esordì nel mondo delle sfilate, non era un luogo qualunque, ma un impianto sportivo disegnato nel 1963 dal grande Arrigo Arrighetti al centro dell’omonimo parco. L’involucro architettonico è tra le strutture più interessanti del milanese, anche grazie alle sue forme scultoree e alla copertura a sella, elemento caratterizzante del progetto.

Questa copertura è formata da due famiglie di funi di acciaio che reggono elementi metallici sagomati, messi a punto per questo edificio. Le funi sono poi ancorate a una struttura portante di cemento armato, costituita da due grandi archi inclinati che scaricano i pesi su elementi due blocchi laterali per evitare ingombri intermedi sulla luce del complesso.

Negli spazi della piscina Solari la presentazione della collezione di moda di Missoni si trasforma nell’occasione perfetta per inscenare una sfilata sull’acqua, frutto della collaborazione tra Rosita Missoni, la stilista Emmanuelle Khanh e il marito designer Quasar Khanh.

Sfilata gonfiabile di Missoni, Piscina solari, 1967
La sfilata sui gonfiabili di Missoni, Piscina Solari, 1967. Courtesy Archivio Missoni

Tutto nasce dall’incontro tra Rosita ed Emmanuelle, modella parigina di Balenciaga e Givenchy poi diventata stilista di un brand che portava il suo nome e designer per grandi case di moda come Cacharel e, appunto, Missoni. Nel 1957, Emmanuelle aveva sposato Nguyen Manh Khanh, un ingegnere vietnamita che aveva studiato a Parigi, diventato noto con il nome di Quasar Khanh per le sue strutture gonfiabili.

Rosita ed Emmanuelle si incontrano per caso per la prima volta nel maggio 1965 a New York. “Eravamo nello stesso Hotel, il Plaza”, racconta Rosita Missoni a Domus. “Lei era già famosa, io mi sentivo invece alle prime armi. Si distingueva anche solo per il portamento e il modo di vestire, e allo stesso modo suo marito Quasar Khanh. Li avevo già notati nei corridoi”. Rosita Missoni ricorda che in quell’occasione presero un drink insieme, “perché mi doveva chiedere il favore di farle da tramite per recapitare una busta a una comune conoscenza”. Poi un nuovo incontro, sempre a Parigi. “Noi andavamo di solito all’Hotel Lutetia. Ed è in quell’occasione che è nata l’idea di avviare una collaborazione tra lei e la Missoni”.

Il 1967 è un anno particolare per i Missoni, che in aprile sono presenti per la prima volta alle sfilate di Palazzo Pitti a Firenze. Come racconta Rosita, quel giorno avviene un incidente in corso d’opera non “cercato” che poi diventa un’occasione importante per metterli in luce. “Stavamo vestendo le modelle per mandarle in pedana quando mi sono accorta che sotto i nostri abiti in sottilissima maglia di lamé nero traspariva la biancheria intima delle modelle, un effetto a mio parere poco estetico. Ho deciso di mandarle in pedana senza reggiseno, quindi con le luci faretto della passerella di Palazzo Pitti traspariva la loro nudità, cosa che oggi sarebbe giusta, mentre allora fu uno scandalo”

Sfilata gonfiabile di Missoni, Piscina solari, 1967
La sfilata sui gonfiabili di Missoni, Piscina Solari, 1967. Courtesy Archivio Missoni

Così nella seguente edizione, Rosita e suo fratello Ottavio non vengono invitati a Firenze. I due colgono l’occasione per presentare la loro collezione primavera estate a Milano, alla Piscina Solari, decidendo di coinvolgere anche il marito di Emmanuelle, Quasar Khanh, per la realizzazione di una sfilata acquatica su poltrone gonfiabili e mobili galleggianti e trasparenti.

Quasar è un personaggio incredibile, come si evince anche dalla scelta di prendere il nome di un oggetto celeste tra i più misteriosi e affascinanti conosciuti. Laureatosi in ingegneria all'Ecole Nationale des Ponts et Chaussées di Parigi nel 1959, Khanh si dedica allo studio e alla progettazione di design gonfiabile per caso, lavorando alla costruzione della più grande diga ad arco multiplo del mondo per la società di consulenza e ingegneria Coyne and Bellier.

Per la realizzazione della diga Manicouagan 5 in Canada era stato necessario affrontare il problema della tossicità del mercurio e del piombo utilizzati per la costruzione. Khanh, mentre cercava un'alternativa a questi materiali e alla pressione che essi esercitavano, pensò di utilizzare l’aria compressa come materia progettuale. Da questa intuizione nascono le collezioni di mobili gonfiabili di Khanh del 1967, installate alla piscina Solari per la sfilata Missoni.

Sfilata gonfiabile di Missoni, Piscina solari, 1967
La sfilata sui gonfiabili di Missoni, Piscina Solari, 1967. Courtesy Archivio Missoni

“Noi dovevamo presentare la nostra collezione estiva, Quasar aveva le sue sculture design gonfiabili da presentare ma non sapeva come e venendo a conoscenza della nostra sfilata in piscina ci chiese di partecipare… una memorabile sfilata che finiva con tutte le mannequins in acqua”. Sì, perché la sfilata è stata una vera performance, dimostrazione più estrema della grande rivoluzione avvenuta nelle presentazioni di moda in quegli anni.

Una sfilata che diventa oggi immagine di un tempo passato, di quegli anni Sessanta in cui in Europa e in America nascono tutta una nuova serie di nuovi esperimenti in architettura, in design e in arte sul tema “gonfiabile”. Di un tempo in cui artisti, progettisti e designer, ancora appesantiti dal Dopoguerra, spingono alle estreme conseguenze la loro ricerca, procedendo verso nuove forme di abitare e di occupare lo spazio.

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