In “Una terra chiamata Alentejo” José Saramago dice che “la cosa più abbondante sulla terra è il paesaggio…giacché il paesaggio è senza dubbio precedente all'uomo e nonostante ciò, pur esistendo da tanto, non è esaurito ancora”.

E proprio nella vasta regione dell’Alentejo, punteggiata da villaggi spazzati dal vento dell'Oceano e percorsa da distese sterminate di campi, Bak Gordon sembra avere recepito e interpretato al meglio questo messaggio di forte legame con una terra antica e intensa da custodire.

Qui, lo studio con base a Lisbona ha realizzato un’abitazione monofamiliare adagiata nel paesaggio di terra riarsa dal sole, un’architettura che emerge dalla terra e che con questa sembra fondersi.

L’edificio, totalmente rivestito con malta di calce e isolata con sughero dall’esterno, assume i toni caldi e variegati del contesto circostante e ha una geometria articolata attorno ad una grande vasca d’acqua rivolta a sud, rispetto alla quale si dispongono la sala principale per le attività quotidiane e due sale “filtro” tra esterno e interno: da questi due locali, grandi aperture introiettano nell’intimità della casa prospettive della campagna intorno mentre la pergola di legno lascia penetrare, schermandolo parzialmente, il potente sole portoghese che genera effetti di luce mutevoli nel corso della giornata.

Il patio centrale interno, un hortus conclusus intimo e introverso, è l’epicentro attorno a cui ruotano gli spazi più privati delle camere da letto e i servizi.

Negli interni, le scelte di arredo rimandano alla compostezza dei volumi puri che caratterizzano il fabbricato nella sua interezza e alle sue tonalità cromatiche: un linguaggio minimale valorizzato da materiali caldi, semplici e naturali come il legno e la pelle, che non ha bisogno di molti artifici per generare un ambiente intimo e accogliente, a tratti quasi monastico.