Lo sguardo avanguardista dell’architetto e designer statunitense Michael Jantzen ha portato dagli anni ’70 alla creazione di edifici modulari a basso consumo energetico, facendo delle abitazioni high-tech la sua linea di ricerca contraddistinta: “un interesse reale e un attivo entusiasmo nei confronti delle innovazioni tecnologiche industriali e della relativa applicazione ad uso domestico-residenziale” scrivevamo per la presentazione della sua Super Insulated Home, pubblicata su Domus 633.
Per la sua opera californiana M-house, invece, Jantzen si è concentrato sulla possibilità di avere un sistema prefabbricato, dove i vari componenti potessero essere assemblati e smontati più volte, con dimensioni e forme diverse.
Ma la potenzialità emotiva del risultato estetico ha sempre avuto il primo posto per Jantzen, proponendo progetti sempre in bilico tra un’architettura e un’opera d’arte. M-house consiste in un kit di elementi composti principalmente da uno scheletro strutturale di acciaio verniciato e da pannelli in cemento e fibra di legno. Tali materiali sono stati selezionati durante la costruzione del primo prototipo, al fine di mantenere un alto grado di resistenza al fuoco. Queste strutture sono potenzialmente pensate per essere ecologiche e facilmente adattabili all’uso di sistemi di energia alternativa come quella eolica e solare.
Nella configurazione originaria gli spazi chiusi sono organizzati attorno a un nucleo centrale aperto. I pannelli, però, possono essere sganciati dai telai di supporto in modo da poter cambiare la configurazione spaziale per soddisfare le esigenze specifiche del sito.