Il progetto di ristrutturazione di Villa Biarritz ha previsto la creazione di tre stanze private e l’aggiunta di un nuovo corpo di ingresso.
Un linguaggio formale eccentrico contro un’estetica funzionalista sterile viene introdotto negli interni della villa come anche nel suo involucro esterno, e utilizzato come catalizzatore dell’immaginazione di chi vi abita.
Alla ricerca di un’imprevedibilità spaziale, l’architetto Anthony Authié dello studio parigino Zyva evidenzia, piuttosto che negare, le anomalie formali: finestre ad oblò e aperture ad arco disegnano il corpo di ingresso; negli interni, una superficie piastrellata che si estende fluidamente dai bagni al corridoio con sgusci e angoli arrotondati viene accostata alla pelle argentea inframmezzata da tagli di luce al led che riveste i muri. Delle pareti di armadiatura ritagliate in corrispondenza delle finestre ricreano nicchie morbide di velluto rosa da cui guardare fuori.