“Appendete i vostri dolcevita neri e sporchiamoci le mani insieme”. Questo è stato l’atto iniziale del festival di architettura Hello Wood, che da dieci anni costruisce una comunità alternativa nelle campagne ungheresi.
Per l’edizione di quest’anno, intitolata “Unleashing the superpower of the architect”, sono state realizzate 20 installazioni che indagano l’essenza dell’architettura. Progetti che guardano al mondo sacro e tribale, alla connessione profonda con la natura e tra le persone. Mai come quest’anno lo scopo della summer school è stato quello di mettere in crisi la figura dell’architetto, per cui la costruzione fisica dei progetti è stata funzionale a una narrazione collettiva.
Alcune installazioni sono state concepite per essere portate in parata e utilizzate nell’ambito di una grande festa mascherata che si è svolta l’ultimo giorno dell’evento. L’aspetto performativo ha giocato un ruolo fondamentale nel concepire i progetti, a cui alcuni gruppi hanno associato anche dei costumi.
In dieci anni una piccola comunità sperduta nel paesaggio rurale ungherese è riuscita ad attrarre più di 1,000 giovani architetti da 70 paesi e 50 università di architettura diverse. Il loro piccolo villaggio permanente cresce sempre di più, disponendo di alloggi, cucine e servizi di vario tipo. Ma ancora più matura sembra diventare di anno in anno la loro consapevolezza di poter costruire un’alternativa alla città, alla fretta, all’ansia e alla mercificazione dell’architettura. Come fanno? Con le mani e con il sorriso.
- Evento:
- Hello Wood Festival
- Luogo:
- Vigandpetend, Ungheria
- A cura di:
- Péter Pozsár, con Márton Pintér
- Capiprogetto:
- Rita Szerencsés, Orsi Janota
- Progettazione:
- Nóra Fekete
- Coordinamento:
- Lili Almássy, Anita Farkas, Andrea Cselovszki, Lili Rozek
- Team di progetto:
- Ádám Bajtai, Théo Combe, Áron Fekete, Rebeka Horváth, Attila Jung, Fruzsina Karig, Gergely Kruppa, Levi Kruppa, Balázs Lakatos, Dominique Langer, Maria Latorre, András Marton, Máté Nagy, Attila Ort, Nikolett Papp, Christina Sándor, Áron Sütheő, Dása Szántó, Ádám Tóth, Kristóf Tóth