L’estetica grezza e sgraziata del cemento a vista (dal francese béton brut) è uno dei marchi di fabbrica del Brutalismo, uno dei movimenti architettonici più rilevanti dal secondo dopoguerra.
Negli ultimi tempi sono moltiplicate le iniziative per riconoscere il valore di queste architetture dimenticate – vedi il blog SOS Brutalism – ed evitarne l’abbattimento, come nel caso del celeberrimo Robin Hood Gardens di Alison & Peter Smithsons.
Invece per trovare progetti contemporanei ispirati a questo poém brut dobbiamo guardare al mondo del design, con sperimentazioni dirette sui materiali (non solo cemento) per ricercare nuove alternative al design industriale e rivendicare il “diritto al brutto”.
Marc Leschelier è uno dei pochi che riporta queste pratiche alla scala dell’architettura, costruendo frammenti di edifici usando semplicemente blocchi di cemento e malta. Worksite III è il prototipo di un angolo costruito in occasione del festival Les Jardin du Design a Lione. La sua è una pratica performativa: il progettista francese realizza in prima persona parti di costruzione con l’obiettivo futuro di ricomporle in un’unica struttura.