The Imprint prosegue una fortunata tradizione di architetture pressoché “automatiche” (basate su un concept immediato, e modellate secondo una chiara sequenza di pochi passaggi), affermatasi nell’Olanda degli anni ’90 e ancora oggi praticata da molti dei suoi stessi iniziatori. Tra di loro anche MVRDV, la cui ricerca formale ha attraversato ormai quasi tre decenni all’insegna del più spensierato eclettismo. L’incarico per la progettazione di due dei sei isolati di Paradise City, distretto del divertimento a pochi passi dall’aeroporto internazionale di Seoul, è l’occasione per aggiungervi un nuovo tassello.
Tutti i dettagli, aggetti e rientranze degli edifici circostanti imprimono il loro negativo sulle facciate di The Imprint. I suoi prospetti decorati, interamente ciechi, sono come quinte bidimensionali che si deformano e si sollevano in parte dal suolo. Così facendo, svelano interni coloratissimi, quasi allucinogeni, un magma scintillante di soffitti riflettenti e pavimenti retroilluminati.
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
MVRDV, The Imprint, Seul, Corea, 2018. Foto Ossip van Duivenbode
Un parco a tema e un night club occupano gli spazi di questa architettura appariscente, in cui risuonano echi variamente rielaborati dei calchi di Rachel Whiterhead e dei supermercati BEST di James Wines.
Secondo Winy Maas, tra i fondatori di MVRDV, il peculiare trattamento delle facciate di The Imprint “lo connette al suo intorno (…) assicurando coerenza all’insieme” affinché “Paradise City non sia una collezione di oggetti, come Las Vegas, ma una vera città”. Che si tratti di un effettivo avanzamento nell’eterno dilemma dell’architettura sul rapporto con il contesto, o della sua totale messa in ridicolo attraverso una lampante caricatura, che Paradise City diventi città o parco a tema (o, perché no, entrambe le cose), un fatto è certo: The Imprint si candida a presenza fissa in tutti i più esilaranti best of di stramberie architettoniche del prossimo decennio.