“La dolce vita” è una cartolina turistica dell’Italia poco affine a Milano, tuttavia il modo in cui il nuovo Apple Store Liberty ha saputo adattarla alla città rispecchia perfettamente il suo spirito austero. Ci si bea di saper vivere bene anche da queste parti, sia chiaro, purché non si cada nell’ostentazione. In questo senso, il fatto di non capire da subito che la struttura di vetro irrorata d’acqua al centro di piazza Liberty – a pochi passi da San Babila – è l’ingresso del primo flagship store Apple in Italia, ai milanesi non può che fare piacere. Ancora di più, il fatto che, come diceva Franca Valeri a proposito del contegno vetrinistico dei negozietti della vicina via Monte Napoleone, non fosse per il simbolo della mela morsicata appiccicato sulla struttura con discrezione, dalla strada nemmeno l’ombra di un melafonino, iPad o MacBook Pro. Che si trovano invece due piani sotto terra, in uno spazio organizzato con tavoli di legno disegnati su misura, come in tutti gli store Apple.
Il motivo di questa apparente oblio merceologico risiede appunto nel ruolo che questo spazio retail vuole avere nel tessuto cittadino, e cioè dare vita a un nuovo indirizzo in cui passare del tempo, dialogare, incontrare amici. Richiamati da una fontana a cascata con 56 getti che raggiungono otto metri circa in altezza e dal secondo elemento che caratterizza la struttura tipica di una piazza italiana: l’uniformità cromatica dei materiali. In questo caso, della pietra Beola grigia. Usata non già a rivestire semplicemente il suolo ma a “disegnare” un anfiteatro “quadrato” a gradoni che, affacciato verso un lato della fontana, rappresenta il vero spazio dedicato alla cittadinanza. Aperto 24 ore su 24, sarà infatti la sede di molti eventi, tra cui anche proiezioni cinematografiche.
Apple Store Liberty. Il primo flagship italiano cambia i tratti di una piazza a Milano
Pietra lombarda, un anfiteatro a gradoni e fontane con giochi d’acqua. Prima che uno spazio vendita, il nuovo store Apple di Foster + Partners è uno scenografico omaggio al Bel Paese.
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- Cristiano Vitali
- 25 luglio 2018
- Milano
- Foster + Partners
- negozio
- 2018
Arrivare a questa sintesi progettuale in un luogo come l’Italia, con tutto il suo carico di storia e arte, non è stata un’impresa semplice. Come racconta Stefan Behling, Executive partner di Foster + Partners, che ha lavorato a stretto contatto con il team Apple: “Lo Store Liberty è la nostra interpretazione artistica del genio urbanistico italiano: un grande teatro all’esterno e un altro sottoterra”. In rapporto tra loro, perché lo spazio vendita si trova sì “in fondo alle scale, eppure non proprio in un fondo cieco”, sottolinea Stefan: alleggerito com’è da una serie di finestre che a soffitto mostrano in scorcio il viavai dell’anfiteatro. Inoltre, anche la struttura scavata laddove prima si alternavano le sale del cinema Apollo, è realizzata con la stessa Beola grigia dei piani alti. E di quello intermedio, che si raggiunge scendendo da una scala dal design molto particolare: costituita da gradini che visti da sotto presentano una forma scultorea in metallo prismatico.
Soluzione inevitabile al desiderio di un unico appoggio laterale del gradino, assieme a quello di ottenere l’effetto speciale di un gioco di rifrazione dei raggi solari provenienti dalla struttura di vetro sovrastante. Percorrerla dà un leggero mal di mare, ma con tutta quell’acqua che precipita dalle pareti e a livello del primo piano interrato cade leggera a coprire la vista sull’anfiteatro, sembra una piacevole sinestesia studiata a tavolino.
Non solo piazza però, assieme a una costruzione architettonica trasparente e a un’arena in cui riposare corpo e vista, Apple Store Liberty è anche – e soprattutto – la sede dove fare aggiornamenti tecnologici e culturali. In uno dei luoghi con più iniziative, settimane dedicate al design, al benessere, al food, da domani 26 luglio alle 17 (giorno dell’inaugurazione al pubblico) si aggiungono gli appuntamenti di “Today at Apple”, presso l’area forum dello store. Sessioni libere di filmmaking, musica e coding aperte a tutti previa registrazione sul sito. Coadiuvate da un video wall, uno schermo in grado di creare esperienze immersive. All’aperto, invece, si svolgeranno i workshop dedicati all’acquisizione di nuove competenze in fotografia.
Mentre a settembre, “The Milano Series”: le sessioni di 21 creativi tra musicisti e illustratori che, in occasione di questa apertura, hanno interpretato l’energia milanese in opere che ne analizzano i futuri possibili, a partire dalla domanda: “Cosa farai domani Milano?”. Il quesito più urgente è però un altro: riusciranno i milanesi a integrare questa piazza tra le loro abitudini di passeggio come hanno fatto con successo per Gae Aulenti? Sarà sufficiente tutto “l’orgoglio Apple” con cui Giuseppe Caropreso, responsabile retail, ha definito tutta questa mole di informazioni, design e attenzione ambientale? Unità formale e una platea simile ai teatrini contemplativi della High Line newyorkese sono ottime ragioni. I giochi d’acqua per dare requie alle mamme con bambini vivaci pure. Il dubbio riguarda una zona centralissima che, tolti businessman e turisti, la sera si spopola velocemente. Priva di un rinforzo come ha piazza Gae Aulenti nei locali aperti fino a tardi di corso Como. Ma la sfida è stata appena lanciata.
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