La figura del capannone industriale, la lunga morfologia aerea che ne spiega l’uso razionale e intenso, è intimamente legata con il passato della Île de Nantes.
Liceo Nelson Mandela
Ispirandosi alla figura del capannone industriale – un riferimento al passato della Île de Nantes – François Leclercq ha progettato questa scuola come un luogo per imparare a convivere con le differenze attraverso la mutua visibilità offerta dal suo lungo atrio.
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- 21 luglio 2015
- Île-de-Nantes
Questa tipologia ha ispirato la forma del Liceo Internazionale Nelson Mandela, la cui ampia prua rende omaggio all’orizzonte Atlantico e riattiva antichi legami fra costruttori di barche e costruttori edili.
La lunga strada interna della scuola, che favorisce gli scambi e la circolazione, combina un programma completo e fonde una comunità che si riunisce tra le classi e si diffonde per i piani superiori in base agli orari degli studenti. Questo costante spettacolo è ritmato dal movimento del sole, dalle variazioni della luce che filtrano attraverso il tetto di vetro e dalle arie d’opera che riecheggiano per tutto il giorno. Le aule affacciano sul cortile e il giardino su entrambi i lati della navata e sono servite da un corridoio. Alcune si affacciano sull’isolato e il suo paesaggio urbano, mentre altre guardano alla navata. Questa dualità unifica l’edificio come parte di un “campus” che unisce una piazza per gli eventi, un campo sportivo, il “giardino dei cinque sensi” e un auditorium attorno al corpo principale della scuola.
Ci sono infatti tre edifici sotto il tetto di vetro che condividono le loro pareti fredde e la vista sul giardino d’inverno del centro di documentazione e sullo spazio all’aperto della caffetteria. Questo spazio bioclimatico è vivacizzato e dilatato da viste sulla Loira in lontananza. L’architettura si dissolve tra questi interni e il paesaggio urbano per evidenziare la razionalità dei percorsi e la chiarezza degli usi. Un’estremità della costruzione contiene le funzioni domestiche come il collegio, la caffetteria e le residenze, mentre dall’altra parte ci sono le zone ausiliare, come il centro di documentazione e di informazioni, le palestre, collocate al piano terra come le aule e una parete di arrampicata, una sorta di orizzonte per la strada interna, che suggerisce la metafora di una fuga impossibile.
La scuola è stata costruita in legno, materiale scelto non solo per la sua razionalità e per le esigenze di precisione del progetto, ma anche per la sua facilità di costruzione, le sue linee semplici, il basso impatto ambientale, l’acustica, l’odore e l’armonia con lo spazio vissuto. Sebbene l’edificio rappresenti una rottura radicale dell’immagine in metallo e vetro dell’hangar tradizionale, ne continua la filosofia adattandosi al proprio tempo, cioè adottando il rispetto per l’ambiente e le persone come obiettivo primario, seguito dall’innovazione.
Costruita su palafitte, la scuola libera il terreno sottostante, soggetto a inondazioni e inquinato. Questa semplice soluzione ha permesso di ottenere ulteriore spazio per lo sport. La standardizzazione della struttura, tipica dei mercati coperti, ha reso possibile una costruzione rapida, rispettando così un programma di costruzione molto stretto. L’auditorium si trova in un edificio adiacente dall’altra parte della piazza. Il suo palco a scomparsa permette di ospitare l’Orchestre des Pays de la Loire e serve anche come sala prove. Per ragioni acustiche e per distinguerlo dal liceo, è stato costruito in cemento.
Lycée International Nelson Mandela, Île-de-Nantes, Francia
Tipologia: scuola
Architetti: François Leclercq architectes et urbanistes
Paesaggio: D’ici là, paysagistes
Ingegneri: Setec, Mazet & Associés, Ecsb, Avel acoustique, Alma consulting, Socotec
Imprese: Entreprises Sogea, Etpo, Caillaud, Botte, Cegelec cvc, Sofradi, Scob
Committente: Région Pays de la Loire
Budget: €52 milioni
Area: 25.500 mq
Completamento: 2014