L’intervento architettonico di Kuehn Malvezzi non mirava a negare o nascondere i parametri spaziali, ma piuttosto a lavorare in modo costruttivo con la situazione esistente – rivelando la struttura dell’edificio e creando le basi per il contesto espositivo previsto. Le strutture di base necessarie sono state ridotte al minimo, mentre i pavimenti sopraelevati e i controsoffitti sono stati rimossi per ottenere la massima altezza possibile degli spazi.
Esporre gli elementi spaziali come finestre, supporti, travi, e nuclei di servizi ha reso lo spazio strutturalmente trasparente. Gli elementi tecnici necessari, come gli impianti di illuminazione e ventilazione, non sono stati toccati, ma lasciati a vista.
L'installazione di un controsoffitto leggero composto da una struttura di aste assicura un’adeguata illuminazione generale (con tubi fluorescenti) e sufficienti luci direzionali (riflettori), in modo che le diverse esigenze espositive possano essere soddisfatte in modo flessibile. Un sistema di diffusori sottilmente integrato sopra le pareti espositive offre il condizionamento necessario. Grazie ai colori simili, gli elementi tecnici appaiono come parti integranti della struttura di base sono percepiti dai visitatori come impianti integrati nello sfondo. La tecnologia diventa quindi una componente naturale dello spazio espositivo.
Lo spazio, che si trova al secondo piano di un palazzo di quaranta piani, è accessibile tramite un ascensore installato durante la riconversione. La hall d’ingresso comprende una caffetteria e un negozio, stabilendo un legame diretto tra il museo e la sfera pubblica.
Sviluppato sulla base delle principali misure di riconversione, il percorso interno si svolge come in un paesaggio in analogia a quello dell’MMK 1 disegnato da Hans Hollein, anche se, a differenza dei questo, si sviluppa in senso orizzontale piuttosto che verticale. La connotazione della soluzione concepita da Kuehn Malvezzi sta nel collegamento tra le diverse situazioni spaziali, che consente esperienze espositive. Invece di una narrazione strettamente cronologica che implica una sequenza definita, è stato scelto un approccio intuitivo che permette ai visitatori di passeggiare. L’esperienza dello spazio è caratterizzata dalla sovrapposizione di linee prospettiche e percorsi, offrendo momenti di scoperta e riconoscimento durante la visita della mostra. Le finestre esistenti offrono ai visitatori una vista sulla città e facilità di orientamento.
Una serie di situazioni spaziali eterogenee offre diverse possibilità espositive: mentre le opere multimediali sono presentate in ambienti introversi, una serie di spazi adattabili a diverse situazioni in termini di layout, luce e materiali risponde dinamicamente alle mutevoli esigenze di presentazione delle mostre. In questo modo l’architettura riesce a soddisfare l’esigenza di generare situazioni e connessioni spaziali sempre nuove con interventi minimi come la diversa disposizione dei setti mobili.
MMK 2, TaunusTurm, Francoforte
Tipologia: spazio espositivo
Architetti: Kuehn Malvezzi
Completamento: 2014