Il progetto stabilisce un rapporto fluido tra l’interno dell’edificio e la piazza. Quest’ultima, accessibile a tutti come parte del tessuto urbano di Baku, avvolge un interno altrettanto pubblico e definisce una sequenza di spazi per eventi dedicati alla celebrazione collettiva della cultura azera contemporanea e tradizionale. Configurazioni elaborate, come ondulazioni, biforcazioni, pieghe e inflessioni trasformano questa superficie in un paesaggio architettonico capace di svolgere diverse funzioni accogliendo e indirizzando i visitatori verso i diversi livelli degli spazi interni. Con questo gesto, l’edificio rende labile la distinzione tra oggetto architettonico e paesaggio urbano, figura e sfondo, interno ed esterno.
Il tema della fluidità in architettura non è nuovo a questa regione: nell’architettura storica islamica righe, griglie o sequenze di colonne si susseguono come alberi in una foresta, costruendo spazi non gerarchici. Pattern calligrafici e ornamentali rivestono tappeti, pareti, soffitti e cupole senza soluzione di continuità, attenuando la distinzione tra elementi architettonici e contesto. La nostra intenzione era quella di relazionarci alla comprensione storica dell’architettura , non attraverso mimetismi o adesioni alle iconografie del passato, ma sviluppando una interpretazione saldamente contemporanea.
Inserendosi su un sito caratterizzato precedentemente da uno strapiombo, il progetto introduce un paesaggio terrazzato che stabilisce collegamenti alternativi tra piazza pubblica, il centro e il parcheggio sotterraneo. Questa soluzione ha permesso di evitare ulteriori scavi convertendo uno svantaggio iniziale del sito in una caratteristica del progetto.
Uno degli elementi più critici e impegnativi del progetto è stato lo sviluppo architettonico della pelle dell’edificio. Il nostro intento era quello di ottenere una superficie continua e omogenea, che riunisse funzioni, logiche di costruzione e sistemi tecnici diversi, riuniti e integrati nell’involucro dell’edificio.
L’Heydar Aliyev Center è costituito da due sistemi collaboranti: una struttura in cemento combinata con un sistema a telaio tridimensionale. Per ottenere ampi spazi privi di colonne che permettono al visitatore di percepire la fluidità degli interni, gli elementi strutturali verticali sono assorbiti dall’involucro e dalle facciate continue. La particolare geometria della superficie favorisce soluzioni strutturali non convenzionali, come ad esempio l’introduzione di montanti curvilinei a ovest e travi rastremate a “coda di rondine” a sbalzo che sostengono l’involucro edilizio a est.
Il sistema di telai spaziali ha permesso la costruzione di una struttura a forma libera e di ridurre i tempi del processo costruttivo, mentre la sottostruttura è stata sviluppata per incorporare un rapporto flessibile tra la griglia rigida del telaio spaziale e gli elementi a forma libera del rivestimento esterno. Questi elementi, ricavati da un processo di razionalizzazione delle complesse geometrie estetiche del progetto, sono realizzati con Glass Fibre Reinforced Concrete (GFRC) e Glass Fibre Reinforced Polyester (GFRP) materiali che consentono di realizzare la potente plasticità dell’edificio voluta in fase progettuale, anche in risposta alle richieste funzionali molto diverse: piazza, spazio di transizione e involucro.
In questa composizione architettonica, se la superficie è la musica, le giunzioni tra i pannelli sono il ritmo. Numerosi studi condotti sulla geometria della superficie hanno consentito di razionalizzare i pannelli, pur mantenendo la continuità in tutto l’edificio e con il paesaggio. Gli elementi del rivestimento e le loro giunzioni sottolineano la continua trasformazione e il movimento implicito della sua geometria fluida, offrendo una soluzione pragmatica ai problemi pratici di costruzione quali la produzione, la manipolazione, il trasporto e il montaggio, e una risposta a problemi tecnici come le spinte dovute allo spostamento, ai carichi esterni, alle variazioni di temperatura, alle attività sismiche e al vento.
Nel sottolineare il rapporto continuo tra gli esterni e gli interni, l’illuminazione gioca un ruolo importante, differenziando la percezione dell’edificio tra giorno e notte. Durante il giorno, il volume riflette la luce, alterando l’aspetto del centro a seconda dell’ora del giorno e del punto di vista.
L’utilizzo del vetro semi-riflettente regala scorci degli spazi interni, suscitando la curiosità senza rivelare completamente i fluidi spazi interni. Di notte, l’edificio è gradualmente trasformato dal gioco di luci interne ed esterne, che rivelano il contenuto mantenendo la fluidità.
Saffet Kaya Bekiroglu
Project designer e architetto, Zaha Hadid Architects
Untitled-1
\\zaha-hadid.com\Data\Projects\1940_CosiFabTutte_LAPhil\1940_Production\user_sketch\Sara - Baku\elevation\With Annotation\South
\\zaha-hadid.com\Data\Projects\1940_CosiFabTutte_LAPhil\1940_Production\user_sketch\Sara - Baku\elevation\With Annotation\North
\\zaha-hadid.com\Data\Projects\1940_CosiFabTutte_LAPhil\1940_Production\user_sketch\Sara - Baku\section\With Annotation\MB_A_30
\\zaha-hadid.com\Data\Projects\1940_CosiFabTutte_LAPhil\1940_Production\user_sketch\Sara - Baku\section\With Annotation\MB_A_30
\\zaha-hadid.com\Data\Projects\1940_CosiFabTutte_LAPhil\1940_Production\user_sketch\Sara - Baku\floor plans\00 AutoCAD Publicat
Model
Heydar Aliyev Center, Baku, Azerbaigian
Tipologia: centro culturale multifunzionale
Architetti: Zaha Hadid Architects
Committente: The Republic of Azerbaijan
Area totale: 101,801 mq
Completamento: 10 maggio 2012