San Paolo. Abitare in questa città, dove la contemporaneità è in grado di metterci di fronte ai più straordinari contrasti urbani, può rivelarsi una situazione stimolante. Nella ricerca di un luogo dove questa esperienza possa realizzarsi l'idea di abitazione essenziale acquista il carattere di un evento. Così, come se avesse deciso di prender posto silenziosamente nei meandri della zona occidentale della metropoli, si presenta la casa di rua Maracanã progettata dallo studio Terra e Tuma Arquitetos Associados (Danilo Terra, Pedro Tuma, Juliana Assali).
I piani che ne definiscono la geometria – opachi nella loro grigia materialità, trasparenti nelle superfici di vetro o vibranti nel murale d'ingresso – sono il segno della presenza di un nuovo evento nell'intorno bucolico dove la gente curiosa si interroga sulla comparsa di questa nuova costruzione. La sua geometria, dissonante in rapporto alle tradizionali case del quartiere, si rivela sorprendente dal momento che occulta ogni definizione territoriale, proponendosi come un elemento che, come un fatto pubblico, si impadronisce della strada che le permette di essere percepita. Tramite la completa occupazione del lotto che le è disponibile condivide i propri confini come se interiorizzasse l'intorno, facendone scaturire una situazione unica.
Più che uno spazio, i suoi piani vanno gradualmente a formare un percorso tramite il quale esterno e interno si fondono in una configurazione nitida e senza soluzione di continuità. L'edificio scopre le nuove possibilità dei limiti di un lotto esiguo, la cui complessità viene trascesa da percorsi orizzontali e verticali che invariabilmente portano a una nuova esperienza spaziale, in grado di mettere in risalto le particolarità della tipologia e della geografia del quartiere.
Un'infrastruttura per abitare
Sfruttando i limiti di un lotto esiguo, la Maracanã House di Terra e Tuma Arquitetos Associados offre percorsi orizzontali e verticali che portano a una nuova esperienza spaziale e mettono in risalto la particolare tipologia del quartiere.
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- Daniel Corsi
- 04 febbraio 2013
- San Paolo
Vivere nella casa di rua Maracanã significa vivere nella Lapa; significa convivere con le sue peculiarità, che si identificano con l'aspettativa di scoprire fin dove i suoi spazi possono condurci e con la possibilità di contemplare i tetti rossi delle costruzioni vicine e delle facciate in muratura della chiesa che domina il quartiere, quando il sole cala all'orizzonte di San Paolo svelandone la facciata posteriore.
Entrare nella casa non significa prendere le distanze dalla città che a essa ci conduce, né rinchiudersi in un universo scollegato. L'ingresso va scoperto dietro un murale di ceramica variopinta di composizioni nere, bianche e rosse. Entrare nella casa significa, semplicemente, trasporre una successione di spazi ora vasti, ora ristretti, ora illuminati, ora oscuri che ci porta a continue nuove esperienze.
Nella casa si entra da un vuoto che è un punto d'osservazione dello spazio d'abitazione e anche l'area dove vengono identificati i suoi settori funzionali: vita sociale e servizi in basso, intimità in alto. Come nelle vie della città la luce che penetra negli spazi della casa la invade in ogni direzione, attraverso le grandi aperture vetrate che si contrappongono alla solidità materiale del cemento che la costruisce.
Da dove si arriva, da dove si passa, dove si va? Attraverso lo spazio, attraverso il vuoto. Muovendosi o sostando, così se ne scopre l'intera estensione. Possiamo ritrovarci immersi nel livello inferiore, definito dai piani di calcestruzzo, dai giardini e dalle corti che ne configurano gli ambienti, oppure possiamo percorrerla verticalmente fino al piano scosceso della copertura che svela anche il cielo, in un momento spaziale che ci fa osservatori della città dal punto di vista della cima della casa.
La casa è un'infrastruttura per abitare. La sovrapposizione di pavimenti che si configura come una successione di prospettive è sottilmente protetta dalla presenza di grandi telai vetrati.
La casa è un'infrastruttura per abitare. La sovrapposizione di pavimenti che si configura come una successione di prospettive è sottilmente protetta dalla presenza di grandi telai vetrati. La manipolazione della tecnica e l'uso minimalista della materia, quasi si trattasse di pietra su pietra nell'essenza fisica, provano che l'architettura può spogliarsi della superficialità effimera dell'attualità privilegiando unicamente la sua essenza spaziale.
Perciò a parlare è la natura specifica della casa. Forse programmata, come la maggior parte delle intenzioni umane, ma anche – come queste ultime – imprevedibile. La casa vive della vita dei residenti: negli incontri che uniscono il tempo dei proprietari con il tempo degli ospiti, oppure isolando momenti che permettono istanti di silenzio a chi qui vive o passa. E la vita abita anch'essa la casa: incontri tra individui che percepiscono se stessi in un frammento di spazio o magica scoperta di questi frammenti in qualità di una specie di territorio svelato, nel gatto che si aggira negli angoli della costruzione come nelle corse dei bambini che, sui loro giocattoli, conquistano indefinitamente ogni volta un nuovo recesso di quello che, per molto tempo, sarà il loro mondo.
L'indefinito si svela: sarà per ciò che provoca nella nostra sensazione? Alla fine la casa parla e vive: pareti rigide che fanno traspirare all'interno l'acqua piovana che scorre sulla loro faccia esterna, arbusti che crescono mescolandosi in un tessuto naturale provvedendo a rivestire l'aridità del calcestruzzo, folate di vento che penetrano nello spazio modellandolo con il movimento dei tendaggi e, infine, la luce, la grande svelatrice. Il riparo, la protezione tramite l'elementarità: si comprende la natura della destinazione della casa e del significato che assume per chi la abita. Null'altro occorre per vivere nella città contemporanea. Qui sta il fondamento dell'abitare, unico e disvelato.
Maracanã House
Architetti: Terra e Tuma Arquitetos Associados (Danilo Terra, Pedro Tuma, Juliana Assali)
Località: Lapa, São Paulo
Progetto: 2009
Realizzazione: 2010
Superficie: 185 mq
Costruzione: RKF, Rafael Alves
Impianto elettrico / idraulico: Minuano Engenharia, Cibele Báez Neme, Roberto Abou Assali
Strutture: AVS (Carolina Ayres, Tomas Vieira)
Foto: Pedro Kok
Rivestimento in ceramica: Alexandre Mancini
Paesaggio: Gabriella Ornaghi Arquitetura da Paisagem