Così, il piano terra della Triennale assume le fattezze di uno spazio espositivo a sé stante, diviso in padiglioni come una fiera in miniatura, ognuno col suo tema e il suo linguaggio visivo. I curatori aprono la mostra, doverosamente, con la storia: "Una storia ancora utile", "Dal punto di vista dell'architettura" titolano, quasi all'unisono, i due saggi critici di Ferlenga e Biraghi che introducono l'esposizione.
Trovano qui il loro giusto posto tanto le figure immense dei maestri del Novecento – da Otto Wagner a Le Corbusier, da Hans Poelzig a Eliel Saarinen, passando per Sant'Elia, Bonatz, Lurçat – quanto necessari approfondimenti sull'opera non sempre notissima di alcuni autori legati a doppio filo ai propri territori.
Un'interessante parete è affidata a 45 video report realizzati da giovani architetti e ricercatori di formazione italiana, riguardanti altrettante città del mondo rappresentate attraverso alcune dinamiche lì in corso intorno alla questione infrastrutturale.