Sulla stessa linea d'aria, a circa 500 metri l'uno dall'altro, due edifici rappresentano la trasposizione in architettura di una certa visione: quella che la città di Montpellier, capitale della regione del Languedoc-Roussillon, nella Francia del Sud, ha scelto per il proprio futuro. Con un centro storico che sale lungo un pendio collinare, la città cresce da tempo a un ritmo sostenuto (circa 1.000 nuovi abitanti ogni mese) e si è progressivamente estesa verso la costa mediterranea con una serie di nuovi quartieri, pianificati sotto il mandato di un municipio dalle grandi ambizioni.
E se il punto di partenza è stato, nel 1979, Antigone—un complesso di edilizia mista (residenza e uffici) dalla scala decisamente gigante, com'è del resto nelle corde del suo autore, Ricardo Bofill—il presente registra un parterre di architetti di fama internazionale. Zaha Hadid inaugura a settembre il Pierre Vives Building, un complesso architettonico che raduna in un unico involucro tre strutture pubbliche: gli archivi, una biblioteca multimediale e il centro Hérault Sport. Sempre a settembre, Massimiliano Fuksas presenta il liceo alberghiero Georges-Freche: un volume dalle forme curvilinee che impone la sua presenza monumentale in quella terra di nessuno che sta tra la città e il mare.
Monumentale: l'aggettivo identifica il quartiere Antigone di Bofill, l'edificio di Hadid nelle sue fluide linee di cemento, il complesso scolastico di Fuksas, ma anche la nuova sede del municipio che Jean Nouvel ha completato nel 2011. Qui la scala si fa davvero gigante, fedele a quel sentimento di grandeur che, da sempre, racconta l'approccio francese all'idea di città e di architettura.
C'è però anche un'altra visione, in grado di dare forma e vita alla città, ma con una sensibilità più vicina alla quotidianità umana. E, come dicevamo sopra, curioso è il fatto che questi due modi di guardare all'architettura siano nati dalla stesso mano e in contatto visivo tra loro. Dalla terrazza del municipio, si scorge, infatti, un secondo edificio dalla scala più contenuta, e ricercato in ogni suo dettaglio: progettato da Jean Nouvel proprio lungo la strada che porta verso il mare, è il nuovo Design Center RBC.
Le due dimensioni di Jean Nouvel
A Montpellier, città universitaria in costante crescita, l'architetto francese lavora sulla doppia scala: quella monumentale dell'Hôtel de Ville e quella più minuta, e ricercata, del Design Center RBC.
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- Laura Bossi
- 28 agosto 2012
- Montpellier
È una vera e propria macchina per esporre arredi e oggetti di design contemporaneo, uno showroom su più piani dotato di una libreria e di un ristorante a piano terra. La sua architettura si manifesta in facciata, rivelando all'esterno la sua conformazione interna: il volume è caratterizzato al centro da un atrio a tutta altezza che divide lo spazio espositivo in due parti.
Le solette dei due blocchi sono posizionate ad altezze sfalsate, le une rispetto alle altre, e messe in comunicazione tra loro da scale che attraversano la corte centrale. Dal punto di vista strutturale, i progettisti hanno lavorato per alleggerire la parte portante: lungo il perimetro della corte interna, non ci sono colonne, ma solo aste metalliche che, sospese dall'alto, sorreggono le solette orizzontali.
Oltre a Nouvel, il progetto RBC nasce dall'incontro di diverse personalità: il committente, Franck Argentin, che nel progetto dei suoi design center ha coinvolto in passato Philippe Starck, Antonio Citterio, Christophe Pillet, Piero Lissoni e Jacob + MacFarlane; gli architetti associati Nicolas Crégut e Laurent Duport; e Yann Kersalé, artista della luce che "quando la notte scende, ha fatto in modo che l'RBC Design Center continuasse a vivere".