The Utopian Impulse analizza la partecipazione (talvolta in senso letterale) di Fuller a numerose correnti e sperimentazioni fondamentali, a partire dagli anni Settanta, tra cui quelle del collettivo d'architettura d'avanguardia Ant Farm. La proposta di Ant Farm per una città racchiusa in una cupola, battezzata Convention City 1976, è un esempio particolarmente calzante presente, con altri, nella mostra: grazie a modelli, video e fotografie si può osservare un'arena pubblica dedicata alla comunicazione in una città costruita per 20.000 abitanti (per la maggior parte interpretati da persone informate al momento della parte che dovevano sostenere nella loro postazione attiva e visibile). Intelligente e perfino inquietante presentimento del nostro stile di vita di oggi, la città sotto la cupola è importante, diciamo, per Times Square quanto, più in generale, per ogni 'piccola città' dove ogni abitante guarda lo stesso telegiornale della sera e contemporaneamente esprime il suo voto per il concorrente favorito di Ballando con le stelle o dell'Eurofestival. Dato il contesto da palcoscenico Convention City è un'eccellente esempio di una cosa che cuoce nello stesso brodo fulleriano ma esce dalla pentola priva di precedenti, prodotto indipendente e originale del suo tempo e del suo discorso.
In The Utopian Impulso c'è in primo piano anche la tenda OI (Oval Intention, 1976) di The North Face, società produttrice di equipaggiamenti da campeggio fondata nel 1966 nella Bay Area. La tenda è, con ogni evidenza, una vera e propria cupola geodetica, un gran passo avanti rispetto alla 'canadese' dei decenni precedenti. La OI è la realizzazione pratica della tensegrity: termine fulleriano che nasce dalla fusione di tension ("tensione") e integrity ("integrazione"). È una struttura fisica fatta di 'grandi idee' metafisiche. E in mostra accanto alla tenda c'è un video di 9 minuti che mostra Fuller in visita alla The North Face nel 1981.
Il fatto che i progetti di Fuller restino per noi qualcosa da osservare in uno stato di ‘mancata realizzazione’ significa davvero – e fortunatamente – che per noi restano in uno stato di genuinità: inalterati dall’intervento della realtà e dalle esigenze del commercio, della società, e perfino della pratica