Lo fa rileggendo non le forme, ma le ragioni di un rifugio incustodito ad alta quota, incontrando una domanda colta, quella della SUCAI (Sottosezione Universitaria Club Alpino Italiano) di Torino, che l'ha commissionato, e cogliendo l'occasione per avviare un laboratorio progettuale che non solo reinventa una tipologia di per sé elementare (tipicamente una capanna di legno rivestita in lamiera, e poco più) ma aggiorna il tema della prefabbricazione montana e, in prospettiva, un certo approccio all'industrializzazione edilizia tout court. Tema su cui la storia ci ha abituato a ragionare per monoculture (del cemento, del legno e così via), mentre un mix che si ponga il problema del loro incrocio integrato in un manufatto piccolo, ma complesso, non è poi così scontato.
Il progetto nasce sostanzialmente in pianta: uno spazio minimo per dodici posti letto che non richieda trasporti eccezionali. Tale vincolo dimensionale ha dato un ingombro massimo (8 x 2,40 metri) risolto su basi strettamente ergonomiche.
Dovendo ridurre al minimo le operazioni in quota, da subito il progetto è stato pensato in moduli, realizzati a valle e trasportati da un elicottero 'standard'
Team di progetto: Marilena Cambuli, Edoardo Boero
Brand identity LEAP: UN Design, Massimo Teghille
Strutture: Luca Olivari / Olivari Composite Engineering (strutture in compositi), Andrea Bruzzone (strutture generali)
Impianti: Carlo Sasso, EDF ENR spa, Giampaolo Pittatore, Enrico Pons
Geologi: Alberto Morino (nivologia e valanghe), Federico Valfrè di Bonzo
Cliente: CAI sezione di Torino, sottosezione SUCAI, scuola di scialpinismo
Area complessiva: 29 m2
Costo: 200,000 €
Fase di progetto: 09/2009—12/2010
Fase di realizzazione: 05/2011—10/2011
Aziende: Poligamma, GVM Arreda, Plat Andrea
Sponsor: Regione Autonoma Valle d'Aosta, Fondo Rifugi Club Alpino Italiano, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Gore-Tex, EDF ENR Solare