Heterotopia

Una passeggiata nel cuore di Seul per seguire una performance diretta da Hyun-Suk Seo.

La settimana scorsa, a Seul, ho partecipato a Heterotopia, importante ed emozionante performance nei viali e nelle corti che formano il Sewoon Mart, la prima megastruttura modernista coreana. L'edificio, una costruzione lunga un chilometro nel cuore della città vecchia, è affiancato da strutture informi come una favela, labirinti di negozi di articoli elettronici sorti spontaneamente e chioschi oggi tutti destinati alla demolizione.

Heterotopia è una performance partecipata, site-specific, diretta da Hyun-Suk Seo. Lo stupendo Sewoon Mart, visione utopica del defunto Su-Geun Ki, oggi logorato e danneggiato dal tempo, ci attende. Intento della performance è di coinvolgere i visitatori nelle stratificazioni superstiti dell'ideale e della sua caduta.

Durante la settimana i viali sono pieni del fumo e del rumore che vengono dalle piccole officine metallurgiche che costituiscono da mezzo secolo il tessuto e l'identità di questa parte della città. Ma la domenica pomeriggio la zona è immersa in una calma inquietante. È il momento in cui noi spettatori di Heterotopia siamo diventati protagonisti e abbiamo compiuto una serie di viaggi surreali in questo vicolo cieco dell'industria: un fatale paesaggio urbano per pedoni.

"La tranquillità della domenica si adorna di cumuli di polveri metalliche, di file di orribili cartelli scritti a mano, di saracinesche chiuse di improbabili case da tè e locande, e di altri minuti particolari", afferma Hyun-Suk. "Camminare diventa un gesto di scrittura. Ogni viaggiatore ri-scrive ciò che vede, sente e annusa. La storia si svela."

Il viaggio è cominciato con una visita a una vecchia casa da tè. Gruppi di visitatori attendevano seduti ai tavoli di fòrmica su sedie color arancio. Abbiamo ordinato una tazza del tradizionale tè coreano e ci siamo seduti a chiacchierare finché è arrivata una telefonata. Il mio interlocutore mi ha chiesto di trovare un registratore a nastro, di uscire dall'edificio e di seguire i cartelli che avrei trovato all'esterno.

Il viaggio è una continua metafora dell'utopia e del fallimento. Un momento di quiete, in cui una narratrice cieca fa scorrere le mani su un libro in alfabeto Braille e legge ad alta voce, si contrappone immediatamente allo spettacolo stupefacente di un cavallo e di un carretto che girano l'angolo al trotto, adorni di luci brillanti con i colori dell'arcobaleno. Le strade vuote sono arredate di persone: tre uomini siedono su un gradino, stivale lucido, guanti colorati. Metafore della speranza e del tempo nelle piccole cose e in quantità. Nel segno del trionfo e della mancanza di gusto. L'edificio diventa un percorso di decadenza e di disperazione. La performance usa un metodo di continua distrazione per portare in primo piano l'edificio vuoto. L'edificio si trasforma in una "nave alla deriva nell'immensità dell'oceano chiamato Seul", spiega Hyun-Suk, "proprio come l'architetto dell'ideale lo considerava 45 anni fa. I viaggiatori diventano narratori, esclusivamente per raccontare la vastità dell'oblio".

Dopo anni di progetti, tra cui una proposta di OMA, la struttura lunga un chilometro (simbolo di servizio, di speranza e di utopia nel 1966) sarà demolita per diventare un grattacielo commerciale con una banale fascia di parco. Dice Hyun-Suk: "Come nel saggio sulle 'eterotopie' abbandonato dall'autore, Michel Foucault, la megastruttura fallita è stata dismessa dall'architetto frustrato, bandita dall'evasivo futuro 'utopico'".

La produzione di Heterotopia è stata finanziata dalla Seoul Foundation Arts and Culture.

Ultimi articoli di Architettura

Altri articoli di Domus

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram