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Nebulose d'Architettura

Attraverso le visioni di cinque giovani studi il racconto di forze emergenti in architettura.

La panoramica sul lavoro di giovani autori presentata nel numero 934 di Domus è il tentativo di restituire il racconto di forze emergenti in architettura attraverso una visione frammentaria e disordinata di alcuni temi che, nel correre paralleli o intrecciandosi, segnano un terreno comune a molti giovani autori che usano l'architettura per mettere a fuoco una diversa visione del mondo, costruito o solamente immaginato.
In questo modo si tende a restituire una visione nebulosa, fragile, molteplice, aperta, non unitaria dell'Architettura, e quindi del mondo, che prende le mosse dal concetto di diversità, un concetto utopico ricorrente nella società, nell'economia e nella natura.

Se da un lato emerge la consapevolezza dei limiti di una ricerca ossessiva di espressione per cui la ricerca di significato avviene esclusivamente all'interno di una dimensione visiva, dall'altro emerge la coscienza che l'architettura prima di essere costruita esiste a livello di pensiero: è una visione che prende forma sotto molteplici aspetti, come gli dei dell'Olimpo che amavano mutare sembianza. Forse perché in un'epoca in cui le persone si sono ormai abituate a comunicare in un ambiente non fisico, gli architetti sentono sempre più viva la responsabilità di agire sullo spazio per influenzare l'organizzazione sociale e l'interazione tra gruppi e individui.

Come ci ricorda Felipe Mesa "l'architettura è la somma di inevitabili contrattazioni" e l'edificio, come elemento in costante trasformazione, vive nel tempo. Da tutto emerge un'idea di progetto che costruisce la sua resistenza non tanto sulla solidità di una struttura quanto sulla capacità di trovare un equilibrio (in un processo di auto-organizzazione) sempre pronto a essere rimesso in discussione.

Apre questa panoramica, dunque, Felipe Mesa (1975), anima dello studio Plan:b intimamente radicato nella città di Medellin, che definisce l'architettura "disciplina dell'imperfezione e della contraddizione". Di lui presentiamo più che l'architettura costruita, i taccuini e le parole in forma di annotazione che hanno la forza di un manifesto. Gli scritti di Mesa (nelle parole del suo scritto "Interessi di una linea" e nelle stringate dichiarazioni delle sue "Note provvisorie e ridondanti per un'architettura ecosociale") mostrano tutta l'urgenza di insediarsi al centro di un 'ambiente' ricco di relazioni e denso di nutrimento, perché da qui l'architettura prende vita come la prima cellula ha avuto bisogno di un 'brodo' per prendere forma.

Presentiamo poi la ricerca di nuovi prototipi urbani dell'Atelier Kempe Thill di Rotterdam, composto da André Kempe (1968) e Oliver Thill (1971), e l'idea di architettura come paesaggio di Suppose Design Office, lo studio fondato da Makoto Tanijiri (1974) a Hiroshima. Segue poi l'idea di simbiosi urbanistica e riciclaggio metropolitano di Adamo-Faiden Arquitectos di Buenos Aires, composto da Sebastián Adamo (1977) e Marcelo Faiden (1977), per chiudere con le investigazioni 'parametriche' di MOS, il collettivo di architetti di New York guidato da Michael Meredith (1971) and Hilary Sample (1971).

Se la ricerca dell'Atelier Kempe Thill fa della riduzione dei costi e del consumo energetico degli edifici una pratica estetica è perché identifica nella rigidezza della struttura, nella sua asciuttezza e astratto rigore – si direbbe nella sua rinuncia espressiva – la chiave per aprirsi intorno alla vita che si predispone ad accogliere.

La determinazione con cui l'Atelier Kempe Thill si dedica alla definizione di un programma di costruzione secondo le più ferree regole dell'economia – intesa come codice di riferimento per costruire un programma di riduzione ai minimi termini – mostra di contenere dentro di sé le premesse per la sua trasgressione: alla rigidità del suo ordine oppone il collage spontaneo dei suoi interni. In questo senso, l'estremo rigore della struttura, la sua fredda e perfetta funzionalità, serve loro per costruire un programma di possibilità che si offre all'uso e alla libertà individuale per farli partecipare all'opera architettonica.

Lo stesso "costruttore contemporaneo" che descrivono Sebastián Adamo e Marcelo Faiden è a suo agio solo all'interno di un "contesto eterogeneo e instabile" perché vive l'instabilità e l'eterogeneità non soltanto quali "preziose risorse creative" ma quale "vero oggetto dell'immaginazione contemporanea". Per l'idea di riciclaggio metropolitano di Adamo-Faiden Arquitectos ("Ritiamo che non siano soltanto i vecchi edifici a dover essere riciclati ma piuttosto sia ì l'idea stessa di città da riciclare quale nuova infrastruttura"), il nuovo si innesta sul livello già costruito della città quasi fosse un terreno solo un po' accidentato. Questo spostare semplicemente il concetto di piano zero, ossia il punto da cui considerare abbia inizio il nuovo, ha qualche affinità con l'approccio di Suppose Design Office, che tratta lo spazio edificato come una nuova natura. Per Makoto Tanijiri entrare in un luogo è come passeggiare in un giardino, un luogo che la relazione ambigua tra interno ed esterno rende più misterioso. Forse per questo guarda l'architettura come a un nuovo paesaggio, affidando il nuovo all'abbraccio del già costruito.
Infine le strutture parametriche di MOS, "insiemi di frammenti sul punto di collassare" e aggregazioni di elementi cresciuti in base a modelli matematici, mettono alla prova il concetto di struttura a partire dall'organizzazione di elementi fragili.
Francesca Picchi

Felipe Mesa (Plan:b), concorso pubblico internazionale di architettura, urbanistica e paesaggio per 4 scenari sportivi per il IX Giochi Sudamericani di Medellin 2010, primo premio, 2008. Design: Felipe Mesa + Giancarlo Mazzanti
Felipe Mesa (Plan:b), concorso pubblico internazionale di architettura, urbanistica e paesaggio per 4 scenari sportivi per il IX Giochi Sudamericani di Medellin 2010, primo premio, 2008. Design: Felipe Mesa + Giancarlo Mazzanti
Atelier Kempe Thill, atriumtower Hiphouse Zwolle, The Netherlands
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Suppose Design Office (Makoto Tanajiri, Ryo Otsuka), Urban Airgap, Studenet housing, competition
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Suppose Design Office (Makoto Tanajiri, Ryo Otsuka), House in Kamiosuga, Hiroshima, 2009
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Adamo-Faiden Arquitectos (Sebastian Adamo, Marcelo Faiden), Sistema+, concorso di abitazioni sperimentali, centro cultural Poiesis, Buenos Aires
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Adamo-Faiden Arquitectos (Seabastian Adamo, Marcelo Faiden), concorso internazionale Quaderns 400.000 Habitatges, 2004
Adamo-Faiden Arquitectos (Seabastian Adamo, Marcelo Faiden), concorso internazionale Quaderns 400.000 Habitatges, 2004
MOS (Michael Meredith, Hilary Sample), Soft Cell, Henry Urbach Architecture Gallery, 2005
MOS (Michael Meredith, Hilary Sample), Soft Cell, Henry Urbach Architecture Gallery, 2005
MOS (Michael Meredith, Hilary Sample), Element House, 2009
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MOS (Michael Meredith, Hilary Sample), Uganda Community Centre, 2009
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