I CIEP, Centros Integrados de Educação Pública, non erano altro che un’alternativa. I 508 edifici di edilizia scolastica realizzati a partire dal 1982 nello Stato di Rio de Janeiro volevano essere, prima di tutto, una risposta diversa al futuro.
Poche scuole, classi super affollate, scarsezza di fondi e il crescente abisso fra istituzioni private e pubbliche. Questi erano solo alcuni dei problemi a Rio de Janeiro all’inizio degli anni Ottanta. Il Brasile era a un punto di svolta, con la fine della dittatura militare, la lenta transizione verso la democrazia e, per la prima volta in decadi, elezioni libere. A Rio, la migrazione di massa aveva incrementato la popolazione, ma le scuole pubbliche erano totalmente impreparate a educare il corpo studenti che abitava in condizioni svantaggiate. Leonel Brizol, il governatore appena eletto decise di replicare alla crisi con i CIEP, un progetto di architettura molto ambizioso, realizzato con la collaborazione dell’antropologo Darcy Ribeiro e di uno degli architetti più visionari del tempo, Oscar Niemeyer.
A raccontare in maniera approfondita e dettagliata le motivazioni storiche e sociologiche che portarono alla costruzione dei CIEP, il saggio Wherever you find people – The radical Schools of Oscar Niemeyer, Darcy Ribeiro and Leonel Brizola a cura dello studio londinese Aberrant Architecture. Otto capitoli, più di 20 fra conversazioni e interviste ai protagonisti del progetto, e tante fotografie inedite hanno, infatti, analizzato – fra pro e contro – un’icona dell’architettura sociale. Il programma dell’ambizioso progetto ha visto la costruzione di oltre 500 scuole – 250 negli anni Ottanta, 250 con il secondo mandato di Brizola e (più altre 500 mai realizzate, ma nei desiderata di Niemeyer) – nello Stato di Rio de Janeiro, costruite in strutture modulari, utilizzando principalmente il cemento, materiale che più di tutti rappresenta solidità, resistenza e che comporta un risparmio in termini economici.