Ricoperte da questo involucro iridescente che ne alleggerisce la fisicità architettonica, le torri diventano metafora dell’immaterialità delle comunicazioni digitali; mentre la loro capacità di riflettere e inglobare il panorama circostante allude all’inclusività e all’universalità delle telecomunicazioni.
La qualità riflettente della superficie delle torri, crea delle variazioni di apparenza e colore della stessa a seconda della posizione dei passanti, dell’ora del giorno e delle condizioni atmosferiche. Di notte sulle torri appare un segno grafico luminoso e intermittente, realizzato dall’artista con tubi led, che riverbera verso la città la scritta TIM. Col suo lento accendersi e spegnersi, la scritta è come un battito che allude alle persone che lavoreranno negli edifici, alle idee e soluzioni che vi verranno prodotte e che saranno costantemente rimbalzate da qui nel mondo una volta che l’installazione di Matteo Cibic verrà smantellata e il nuovo headquarter TIM sarà inaugurato.