L’antica tecnica di rappresentazione pittorica anamorfica è stata utilizzata per la prima volta, invertendo il processo di costruzione, su un architettura, consentendo ad un cubo reale la possibilità di generare sulla propria diagonale un cerchio di 4,24 m di diametro, la “quadratura del cerchio”.
Le geometrie dei pannelli in MDF di cui è composto, reinterpretano il panorama architettonico e il paesaggio della città, ispirandosi sia alle forme degli edifici dell’architetto Jean Balladur che alle linee morbide delle imbarcazioni ormeggiate al molo Paul Harris. Le forme fluttuanti del volume, modellate e scolpite dal vento come un erosione, possono essere attraversate dai visitatori i quali sono invitati a sedersi al suo interno per ripararsi dal sole e scoprirne la natura mutevole.
Il volume, inscritto in un cubo di 3 metri di lato è composto da 120 pannelli di MDF tagliati a controllo numerico. Il taglio dei pannelli tecnicamente provoca la perdita della pellicola protettiva del materiale sui bordi, per questo motivo è stata utilizzata e applicata una vernice di colore fucsia che svolge una duplice funzione, protegge le superfici dei tagli e definisce visivamente la scansione orizzontale dei pannelli evidenziandone i contorni. La scelta della tonalità di fucsia è un omaggio al colore del festival. L’aspetto etereo e fluttuante del volume è ottenuto distanziando, nella giusta proporzione, tra loro i pannelli, inoltre, per minimizzare la presenza della struttura metallica verticale, quest’ultima è stata realizzata su una griglia radiale anamorfica in modo tale che dal punto di vista privilegiato gli elementi visibili si riducessero solo a quelli della prima fila.
I pannelli, forati per consentire il passaggio delle barre filettate in acciaio zincato, sono uniti da 1500 bulloni distanziatori. I bulloni le barre e i pannelli lavorano insieme collaborando alla distribuzione dei carichi e generano un oggetto solidale di 1500 kg che trasmette il proprio peso poggiandosi direttamente al suolo. Il molo Paul Harris dove è stato realizzato, è caratterizzato dalla presenza di forti venti, non potendo ancorare il padiglione al suolo il problema è stato risolto con la particolare conformazione della forma che ne asseconda il passaggio senza generare superfici di contrasto.
The PortHole, Festival des Architectures Vives, Molo Paul Harris, La Grande Motte, Francia
Programma: padiglione
Architetti: TOMA! – team of manufacturers architects (Antonio Nardozzi e Maria Dolores del Sol Ontalba)
Area: 8 mq
Completamento: giugno 2015