“Mi piace introdurre il colore in spazi che sembrano trascurati o dimenticati.” Spiega l’artista. “Quando le persone sperimentano mie installazioni spero che ricordino l’esperienza anche nel tempo successivo. Il mio obiettivo è quello di evocare sentimenti inconsci che si pensa di aver dimenticato.
Ho intitolato questo pezzo Asylum perché la sua creazione ha sfidato la mia resistenza fisica e mentale: non ero sicuro che avrei potuto completare l’operazione. Roosevelt Island è stata anche sede di ospedali, asili e istituti correttivi e, successivamente, di un’utopica comunità residenziale.
Dopo che i manicomi vennero chiusi, la comunità venne creata per cercare di portare nuovi residenti sull’isola che, nonostante sia vicina a Manhattan, non è molto frequentata. Concettualmente, in passato, era un luogo in cui venivano collocati gli individui che non avevano saputo funzionare nella società ‘normale’.
Questa installazione ha Manhattan sullo sfondo ma non si fonde essa. È diversa dal suo ambiente e questa idea mi ha spinto a conoscere la vita passata di Roosevelt Island. Essere diverso rispetto ad altri significa dover essere isolati? Forse... Ma poi la vita sarebbe solo grigia”.