Seguendo la formula di Alberti, “La casa è una piccola città e la città una grande casa”, il progetto è un modello ridotto di un’eccellente soluzione di pianificazione urbanistica: la “Lobe City”.
Il modello propone inserimenti di verde per separare i quartieri e ossigenare la città al suo centro, pur mantenendo una rete di anelli concentrici per unificare i diversi quartieri. Questa nozione di sostenibilità a scala regionale e di sviluppo urbano ha strutturato il concetto del padiglione e dei suoi dintorni.
Il concetto della gestione del territorio rurale nasce dalla volontà di conciliare l’idea di un terreno agricolo generoso e rassicurante, fedele alla rappresentazione culturale e ideologica dei tradizionali paesaggi belgi ed europei, con l’idea di tecnologia e progresso etico che domina il dibattito sulla produzione alimentare di domani. In questo quadro, il lungo pendio rurale, popolato da ambienti bucolici e floreali sarà gestito con una serie di impianti sperimentali e tecnologie d’avanguardia.
In questo contesto, il piano urbano della “Lobe City” diventa architettura: i quartieri residenziali sono i volumi costruiti – i padiglioni in legno e la fattoria – attraverso i quali circola la luce e penetra la vista sul verde circostante. Il centro storico della città diventa l’atrio, il cuore del progetto, rappresentato da una grande struttura geodetica in vetro.
Padiglione Belga, Il nostro cibo, il nostro mondo – Produrre in modo responsabile, consumare in modo intelligente, Expo Milano 2015
Architetti: Patrick Genard y Asociados
Associati: Marc Belderbos, Sylvain Carlet / Isern Serra,
Team: Bruno Conigliano, Dariela Hentschel, Christophe Siredey, Sigfrid Pascual, Diego Rey, Nathalie Meric, Silvina Cragnolino, Carolina Gomes, Ingrid Macau, Ron Calvo
Impresa: SM Besix / Vanhout
Ingegneria: BESIX Design Department, Cenergie
Progetto del paesaggio: JNC International
Telecomunicazioni: Arch & Teco Engineering
Acustica: ASM Acoustics