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Issam Fares Institute

L’Issam Fares Institute for Public Policy and International Affairs realizzato da Zaha Hadid Architects all’American University of Beirut è una struttura ‘galleggiante’ in cemento che si propone come nuovo centro di incontro e dialogo all’interno del campus.

L’IFI nasce come spazio neutro, dinamico, civile e aperto dove persone che rappresentano tutti i punti di vista della società possono discutere questioni importanti.

Nel 2006 la proposta di ZHA è stata selezionata per la costruzione del nuovo istituto. Il progetto riduce significativamente l’impronta dell’edificio facendo ‘galleggiare’ gran parte della struttura sopra il cortile d’ingresso per preservare il paesaggio progettato con il masterplan sviluppato nel 2002 da Sasaki Associates, e collega il Central Oval con il Middle Campus e il Mare Mediterraneo a nord.

L’edificio di 3.000 mq dell’Issam Fares Institute è definito dai molti percorsi e dalle connessioni con il resto del campus AUB per dare vita a un centro che promuove lo scambio di idee, di interazione e dialogo nel cuore dell’università.

Il progetto dell’IFI introduce nuovi collegamenti tra il Central Oval, la zona boschiva del Middle Campus e il mare. Gli alberi di ficus e i cipressi esistenti (di età compresa tra 120 e 180 anni) sono diventati parte integrante del progetto. L’edificio emerge dalle geometrie create dall’intersezione dei percorsi come una serie di piattaforme a incastro e di spazi per la ricerca e il dialogo.

Zaha Hadid Architects, Issam Fares Institute for Public Policy and International Affairs at the American University of Beirut [AUB], Beirut, Lebanon — Zaha Hadid Architects, Issam Fares Institute for Public Policy and International Affairs, American University of Beirut [AUB], Beirut, Libano. Photo © Luc Hayes

L'istituto invita all’ingresso attraverso i molti collegamenti e percorsi che convergono nel cortile antistante l’atrio a doppia altezza. Questo nuovo spazio civico per l’università si configura come una terrazza coperta con un’estensione ombreggiata dagli alberi esistenti, un luogo di incontro informale al centro dei percorsi che attraversano il campus.

Una rampa tra gli alberi collega gli spazi per la ricerca al secondo piano con il resto del campus, mentre il primo piano ospita una sala riunioni e gli uffici, accessibili dal piano terra a est e dalla corte pubblica ad ovest. Questi percorsi si incontrano all’interno dell’IFI definendo l’atrio principale, concepito come un hub per gli studenti, i docenti, i ricercatori e i visitatori.

La sala lettura, le sale conferenze e i laboratori di ricerca ‘galleggiano’ sopra il cortile esterno. L'auditorium da 100 posti si trova al livello più basso, accessibile da nord, consentendo all’istituto di ospitare conferenze e presentazioni senza interrompere le attività didattiche. Le partizioni interne sono in vetro serigrafato, in modo da favorire la comunicazione e l’interazione.

L'edificio sfrutta al meglio la tradizione locale dell’architettura in calcestruzzo gettato in opera. Sistemi di progettazione passivi, sistemi attivi ad alta efficienza e tecnologie per il riciclo dell’acqua minimizzano l’impatto dell’edificio sull’ambiente.

Il progetto si basa sull’intento dell’istituto di agire da catalizzatore e connettore tra l’AUB, i ricercatori e la comunità globale. I percorsi, le viste e i collegamenti all’interno del campus convergono per definire la nuova struttura come un incrocio tridimensionale.