Mentre il nome scelto vuole ricordare quanto lavoro serve per produrre un oggetto di qualità, le dimensioni scelte non si devono a logiche puramente estetiche, che pure hanno una parte nel fascino delle due sedute, ma vogliono assecondare l'aumento delle dimensioni dell'uomo.
Questi due troni con lo schienale a ventaglio, a dondolo, mettono in gioco il lato più onirico del designer che nel disegnarle ha attinto ad alcuni dei ricordi della sua infanzia. Un po' come ha fatto con la lampada che sovrasta le due sedute, un'elaborazione luminosa di una "gabbia per lucciole", quelle che Fabio cercava di catturare in un barattolo di vetro nelle sere d'estate.