Fra le innumerevoli storie riportate da Frank Lloyd Wright nella sua autobiografia del 1945, un lungo paragrafo è dedicato a Hibbard (“the Hib”) Johnson, proprietario alla terza generazione della grande industria di cere e prodotti chimici per la pulizia S.C. Johnson Wax, fondata nel 1886 a Racine, nello stato del Wisconsin. L’incipit della storia scaturisce da una capacità che Wright conferisce al suo amico Hib: l’intuito. Una visione illuminata che gettò le basi concettuali dell’avveniristico progetto dell’edificio amministrativo della sua azienda, conosciuto come il Johnson Wax Administration Building (1936-1939), a cui Wright diede l’esatta interpretazione, concependo un’architettura sociale votata – quasi religiosamente – al lavoro moderno.
Per Wright, il Johnson Wax Administration Building rappresenta “un esperimento nel design e nella costruzione”: un edificio introverso dalle forme curvilinee, ricoperto esternamente da una superficie continua in mattoni, alleggerito dall’utilizzo dei tubi in vetro Pyrex che rendono gli interni irradiati da una luce diffusa, pur non consentendo la visione dell’esterno. […]
L’esperimento più arduo dell’intero progetto è la great workroom, un grande spazio aperto di 40 metri per 60, alto sei metri, sorretto da file di colonne ‘dendriformi’: come “steli che si levano in punta dei piedi su piccole scarpe d’ottone fissate a pavimento”.
Nello spirito dell’architettura organica, Wright propone di progettare anche tutto il sistema degli arredi dell’edificio. Il disegno degli arredi è per lui di tale importanza che coinvolge il suo studio, già durante i primi incontri con i dirigenti della Johnson nel 1936. […]
Nel novembre del 1937, Wright disegna una prima versione della scrivania e della sedia tipo che vede intimamente connesse con l’edificio. Composte da forme rettilinee e arrotondate, entrambe riflettono le proporzioni geometrie ortogonali e curvilinee dell’edificio. I tre piani di lavoro in legno della scrivania, arrotondati alle estremità, si allungano ben al di là della struttura (in alluminio a sezione cruciforme), richiamando il principio dello sbalzo applicato per il corpo architettonico. Il telaio della struttura si allinea all’andamento dei mattoni e dei tubi in vetro delle superfici architettoniche. Le forme circolari della sedia echeggiano quelle dei capitelli delle colonne “dendriformi” della great workroom.
Al di là dei richiami formali che integrano indiscutibilmente gli arredi all’interno dell’edificio, Wright introduce una serie di riflessioni attente al comfort dei lavoratori. […]
I materiali definitivi sono: i tubolari saldati in alluminio pressofuso e magnesite per le strutture – i tubolari erano molto più economici dei pesanti fogli di alluminio saldati e fresati indicati nei di- segni di Wright –, il legno d’acero per i ripiani delle scrivanie per gli impiegati, in noce americano quelli degli uffici dirigenziali posizionati nella penthouse. […]
Secondo Hunting , il progetto totale per il Johnson Wax Administration Building fu precursore del concetto di workstation contemporanea: “Le idee che Wright sviluppò per la Johnson Wax Company erano molto pratiche e anni avanti rispetto ai tempi. Quando il nuovo edificio aprì, la rivista Life gli dedicò un grande spazio. Nessuno aveva mai visto niente del genere. Avemmo il permesso di inserire gli arredi alla nostra linea di prodotti – e fu un’importante concessione, dato che Wright aveva progettato quegli arredi appositamente per quell’ambiente. Ma il progetto era troppo avanti per i suoi tempi e non abbiamo mai trovato un altro acquirente”. […]
Il concetto di contract non è dichiarato come tale al tempo, ma è di questo che si trattò. La Metal Office Furniture Co. commissiona alla Stow-Davis la produzione dei piani in legno e alla American Seating Company la realizzazione delle strutture in tubolare metallico mentre i rivestimenti in tessuto delle sedie sono creati dalla Chase Furniture Company. L’azienda realizza invece per conto proprio tutte le componenti in lamiera, rifinendo e assemblando infine i componenti.
Per la Metal Office Furniture Co., che fino a prima di intraprendere questo lavoro produceva resistenti, ma ancora molto pesanti e standardizzati, arredi metallici, la collaborazione con Wright significò l’apertura verso una nuova direzione, che portò all’evoluzione, nel secondo Dopoguerra, delle prime serie d’arredi per uffici modulari e adattabili.
Il Johnson Wax Administration Building di Frank Lloyd è uno dei primi esempi di contract per uffici, con arredi innovativi frutto della collaborazione dell’architetto con la Metal Office Furniture Co.