Nel rallentamento generale dell’economia italiana, e dell’export in particolare, lanostra cantieristica da diporto rappresenta un’eccezione: nel 2023, il settore ha avuto il suo anno migliore, raggiungendo la cifra record di 4 miliardi di euro di esportazioni, in crescita del 15,9 per cento rispetto al 2022. Sempre nel 2023, il fatturato ha interessato per 2,57 miliardi di euro (pari al 30,8 per cento) il mercato domestico e per 5,76 miliardi di euro (pari al 69,2 per cento) quello estero. Numeri che collocano il comparto al settimo posto in Italia per incremento delle esportazioni rispetto al 2022. A livello tipologico, spicca il dato relativo ai superyacht, ossia le imbarcazioni di lunghezza superiore ai 24 metri: con 600 scafi commissionati o in costruzione, per oltre 22 mila metri complessivi, la quota italiana in questa nicchia rappresenta il 51,4 per cento degli ordini mondiali del 2024, con un incremento di 7 unità rispetto al 2023.
In generale, la crescita del mercato italiano, seppure inferiore rispetto a quella registrata negli anni precedenti, costituisce un segnale positivo laddove quello globale presenta una lieve contrazione di ordini (-3,1 percento) rispetto all’anno scorso (fonte: Confindustria Nautica, Trend di mercato 2023-2024). “L’imbarcazione italiana”, spiega Marina Stella, direttore generale di Confindustria Nautica, “si contraddistingue per la ricercatezza estetica, il design e l’attenzione meticolosa nella scelta dei materiali, per la cura dei processi di lavorazione e per la ricerca tecnologica.
È un perfetto connubio di bello e ben fatto. Chi sceglie il prodotto italiano compra un pezzo del nostro saper fare e saper vivere”. Come dire che, a parità di livello tecnico, le barche italiane presentano lo specifico valore aggiunto dell’essere costruite in Italia. C’è, del resto, una sempre maggiore collaborazione tra le aziende italiane d’arredo e le soluzioni bespoke nell’interior design nautico, perché nelle grandi imbarcazioni, vere e proprie dimore sull’acqua, l’armatore ricerca i medesimi comfort della propria abitazione. “Da diversi anni si è sviluppata una vivace interazione tra i due settori”, conferma Stella, “in particolare nella ricerca su materiali, componenti e finiture, privilegiando oggi materie, tecniche e soluzioni improntate alla durata e al sempre maggiore contatto tra gli ambienti interni e il mare”. Un altro tema che sta molto a cuore delle aziende del settore è la sostenibilità, ritenuta un preciso dovere oltre che una sfida per la futura competitività.
“Il tema della carbon neutrality”, conferma ancora Stella, “è fortemente sentito nel comparto nautico, nonostante, secondo i dati ufficiali della International Maritime Organization, questo incida solo per lo 0,01 per cento rispetto all’intero settore portuale, logistico e marittimo. La sempre più forte attenzione ambientale influenza la progettazione delle imbarcazioni dal punto di vista meccanico e ingegneristico, ma anche all’interno, l’esperienza a bordo, negli anni, si è considerevolmente trasformata. Lo racconta Enrico Lumini, design director e cofondatore di Hot Lab, realtà ventennale di design nautico e oggi parte di Viken Group: “Gli armatori moderni vogliono trarre il maggior beneficio fisico e mentale possibile dalla vita a stretto contatto col mare e questo ha influenzato la progettazione.
È significativa, a riguardo, la tendenza ad abbassare il livello dell’accesso di poppaa quote sempre più vicine all’acqua. La planimetria, anziché la semplice successione di piani orizzontali, paralleli e sovrapposti, prevede oggi volumi che si intersecano, si sovrappongono e si nascondono a vicenda; vengono creati mezzanini, falsi ammezzati e terrazze in una tensione che cerca di moltiplicare gli spazi. Non c’è più la ridondanza delle funzioni di qualche anno fa: è difficile trovare le sale da pranzo ripetute su vari livelli ma, piuttosto, aree dedicate a diverse attività. Tuttavia, più che a una radicale modifica dello schema planimetrico, nel caso dei superyacht, assistiamo a innovazioni incrementali, come l’arretramento di un’area rispetto a un’altra, invertendo, per esempio, la zona ospiti con la sala macchine, oppure portando le cabine a stretto contatto con le aree giorno di poppa; oppure, ancora, possono verificarsi variazioni nell’alternanza di pieni e vuoti come l’inserimento di inusuali terrazze a prua o da un solo lato della nave, così da ottenere layout asimmetrici. In generale, si cerca un maggiore contatto fisico con l’esterno”. Centrale nel progetto è, ovviamente, la qualità della vita a bordo.
“La gestione dello spazio, coperto e non, si articola in più funzioni che permettono molteplici esperienze: dal relax all’intrattenimento, dagli sport acquatici al fitness. Lo yacht non può prescindere da una funzionalità ben organizzata”, racconta Guido Valtorta, senior yacht designer and architect di Nauta Design, studio milanese che da quasi 40 anni progetta imbarcazioni a vela e a motore di qualsiasi dimensione. “Il desiderio degli armatori di esplorare luoghi meno usuali è in crescendo, attratti come sono da esperienze non ordinarie. Dunque, l’architettura degli ambienti è modellata per godere dei paesaggi anche in climi diversi: vetrate connettono esterno e interno senza soluzione di continuità; gli observation deck nel punto più alto e isolato dell’imbarcazione diventano luoghi privati in cui godere della vista; prendisole e giardini d’inverno sono resi vivibili anche in condizioni meteo avverse; ‘nidi’ ubicati all’estrema prua divengono terrazze a sbalzo sul mare”. Le esigenze contemporanee vedono l’armatore trascorrere sempre più tempo a bordo per accogliere ospiti e godere di una maggiore privacy.
"Nuovi target di clienti, anche più giovani, hanno scoperto il fascino delle imbarcazioni da intendersi come isole private galleggianti ed esclusive”, sottolinea Patricia Viel, amministratore delegato e partner di ACPV, studio impegnato nell’interior design di yacht di lusso, soprattutto per Ferretti Group. “In esse devono trovare posto le sfere sociale e privata e perfino il lavoro da remoto. È necessario, quindi, moltiplicare gli spazi disegnando arredi su misura e convertibili in modo da creare allestimenti flessibili. Indubbiamente, la contaminazione con i mondi del residenziale e dell’hospitality ha segnato una svolta nel mondo della nautica. Non si tratta, però, di progettare appartamenti di lusso che galleggiano; gli yacht sono architetture navali per una vita “a misura di mare” con soluzioni pensate per consentire di vivere il più possibile vicino all’acqua, come il beach club dotato da due ‘ali’ laterali che ampliano lo spazio permettendo l’accesso diretto al mare. Si cerca anche di enfatizzare il rapporto con la luce naturale attraverso grandi vetrate e il ricorso a superfici lucide e specchianti per smaterializzare l’involucro stesso”.
Ogni yacht combina funzionalità e attività molto differenti. “La cucina, in comune tra ospiti ed equipaggio oppure sdoppiata, a seconda delle dimensioni della barca, diviene il cuore pulsante della barca” prosegue Valtorta. Equipaggiata coi migliori macchinari e sotto la guida di esperti chef, necessita oggi di un’apposita dispensa (pantry) per la preparazione e il servizio. Talvolta, la necessità di dialogo tra armatori e chef ha previsto la progettazione di aree d’incontro nei quartieri dedicati all’equipaggio; per contro, l’esigenza di una piccola cucina a uso esclusivo dell’armatore ha richiesto una porta secondaria per l’accesso discreto del personale”. La sostenibilità a livello di materiali e di consumi è un’istanza imprescindibile anche nelle imbarcazioni di lusso. “Attenzione all’ambiente e lusso non sono concetti in contrasto”, precisa Valtorta. “Lavoriamo spesso con prodotti di recupero che, combinati, creano finiture di altissimo livello e qualità estetica”. Gli fa eco Patricia Viel: “La sostenibilità di un progetto navale consiste, prima di tutto, nella capacità di sopravvivere a sé stesso, di poterne effettuare un refitting quando necessario e di aggiornarne i sistemi in termini di flessibilità degli spazi. Inoltre, è essenziale la qualità dei materiali. Per esempio, il wall covering del Custom Line 50 mostra eleganti disegni tridimensionali realizzati attraverso la pressatura a caldo del tessile decorativo sul fondo tecnico, conferendo al rivestimento capacità fonoassorbenti”.
A monte della scelta dei materiali è però necessario attenersi a un principio guida: “Ridurre il fabbisogno di energia dello yacht”, spiega Lumini. “Per esempio, favorendo l’isolamento termico attraverso la scelta dei vetri esterni così come di tutte quelle componenti in grado di rendere ogni imbarcazione climaticamente più stabile. In secondo luogo, bisogna ridurre al limite il peso puntando su ciò che è tecnologicamente possibile come lastre di pietra alte pochi millimetri, vetri meno spessi e quindi meno pesanti o pannellature lignee composite che abbattono il carico fino al 60 per cento. Il livello medio di chi opera nella nautica di alta gamma in Italia è eccellente, così come è eccellente la capacità tecnico-produttiva dei nostri cantieri nel rispondere con prontezza e precisione alle diverse richieste”.
Tutte le foto nel testo illustrano la Navetta 38 di Custom Line. Per gli interni, Acpv ha puntato su ampie vetrature che massimizzano l’illuminazione naturale, soprattutto nei saloni sul ponte principale e su quello superiore. Quest’ultimo ospita zona prendisole a prua e beach club a poppa. Oltre alla suite armatoriale, ci sono quattro cabine per gli ospiti. La cucina è di Ernestomeda.