A guidare Domus verso il traguardo dei 100 anni, sarà quest’anno il premio Pritzker francese Jean Nouvel. Il nuovo Guest Editor vuole dedicare il suo progetto editoriale all’architettura di carattere, concentratosi sulle caratteristiche spaziali degli edifici e sulla loro relazione con l’arte. Nella monografia a lui dedicata, che sarà in edicola a dicembre, insieme al suo manifesti d’intenti, abbiamo ripercorso le opere dell’architetto attraverso cinque opere recentissime, architetture che si distinguono sia per il loro ruolo nel contesto, sia per per la loro espressività formale.
Henderson Cifi Tiadi
Quando nel 2010 l’architetto francese aveva aperto la sede locale del suo studio a Shanghai, la più cosmopolita delle metropoli cinesi, il cantiere dell’Henderson Cifi Tiadi era già avviato. Aperto al pubblico nel 2021, il progetto è un nuovo capitolo nella storia secolare di ibridazione e circolazione di modelli spaziali occidentali e orientali. L’edificio multipiano di negozi e spazi per la ristorazione presenta una configurazione interna convenzionale, ma che dimostra la sua intuizione spaziale nella scomposizione della sua volumetria in quattro blocchi indipendenti.
Ispirandosi ai tradizionali mercati cinesi nel disegno spaziale, una gerarchia chiara, in termini di scala e modalità d’uso, si definisce tra gli assi carrabili che circondano l’edificio e questo embrione di un reticolo più fitto, minuto e potenzialmente diffuso. Sul piano linguistico, invece, l’edificio si mostra alla metropoli con una facciata di “mille giare”, variazione vernacolare e locale della passione contemporanea della facciata verde.
Stelios Ioannou LRC
Nel paesaggio pianeggiante a sud di Nicosia, Ateliers Jean Nouvel ha curato la progettazione dello Stelios Ioannou Learning Resource Center, un’ampliamento dell’Università di Cipro. La sua morbida silhouette crea un’originale assonanza con il paesaggio circostante: il Learning Center non guarda al contesto costruito, ma a quello naturale, nasce dalla terra e cresce topograficamente più che architettonicamente.
Il cuore dell’edificio è costituito dalla biblioteca: un cilindro cavo di cemento armato a vista che attraversa il corpo amorfo in tutti i suoi piani, coronato da una cupola traslucida. Qui, una cono-scultura trafigge lo spazio, richiamando quell’impegno tridimensionale già presenti nei grandi magazzini Galeries Lafayette di Berlino. All’esterno del cilindro, troviamo dei cubi di vetro rosso sospesi sul lungo corridoio di distribuzione che ruota attorno al nucleo, creando uno scenografico contrasto.
Ycone La Confluence
Gli schemi che definiscono la distribuzione della palette di 21 colori (sulla facciata interna) e delle cinque tipologie di vetro (su quella esterna)
Gli schemi che definiscono la distribuzione della palette di 21 colori (sulla facciata interna) e delle cinque tipologie di vetro (su quella esterna)
A Lione, la rigenerazione del quartiere La Confluence, lanciata nel 1999 e ancora in corso, ha segnato la transizione definitiva da città industriale del Novecento a metropoli contemporanea. Per i 150 ettari da riconvertire, i master plan sono stati affinati a Francois Grether e poi Herzog & de Meuron, mentre i progetti degli edifici e degli spazi pubblici sono stati parcellizzati tra una miriade di architetti.
È in questo contesto che viene completata nel 2019 Icone: una torre residenziale di volumetria notevole, che raggiunge i 53 m di altezza e che ospita due livelli di parcheggi, un piano terra di servizi aperti al pubblico e un totale di 92 alloggi. All’involucro edilizio vero e proprio si sovrappone una seconda pelle di telai metallici, concettualmente indipendente rispetto al volume sottostante, che si allontana da esso assumendo una configurazione geometrica propria, dimostranti un approccio dichiaratamente cinematografico dell’architetto.
Dolce & Gabbana
Dopo lo showroom milanese in via Montenapoleone, Ateliers Jean Nouvel ha realizzato per Dolce & Gabbana il nuovo negozio del marchio collocato in un moderno quartiere di Seoul. Qui lo studio opta per un edificio sobrio posto su un lotto d’angolo, il quale esprime una deliberata volontà di rottura rispetto al contesto: quattro piloni rivestiti in granito nero, sembrano racchiudere una lanterna magica.
Il cuore dell’edificio è costituito da un cilindro centrale trasparente che ospita lo spazio di vendita, parcellizzato poi lungo una rampa a spirale. Matericamente gli interni sono connotati da alluminio nero anodizzato, vetro tinto nero e cemento grigio, mentre il legno di mango degli elementi di arredo conferisce un accento di contrasto. L’effetto di landmark della piccola architettura è poi enfatizzato di notte, quando gli abiti e i gioielli in esposizione paiono galleggiare sulla rampa contenuta nel cilindro trasparente.
Museum of Art Pudong
Sempre a Shangai, nel distretto di Pudong, lo studio ha terminato nel 2021 il Museum of Art Pudong, che brilla nel contesto eterogeneo per la sua stereometrica purezza per il suo cartesiano rigore. Sul fronte verso il fiume l’edificio mostra un volto straordinariamente semplice: un grane schermo rettangolare di vetro inquadrato in una cornice di candido granito.
Un’icona silente che si protegge dal rumore metropolitano mediante un’ampia fascia di terreno e una cortina di vegetazione. Gli spazi interni sono dominati dal medesimo bianco e da un’asciuttezza geometrica, cui fa da contrappunto soltanto il rivestimento scuro dell’auditorium. La luce naturale penetra dalle pareti attraverso tagli a tutt’altezza, o ancora dal soffitto attraverso lucernari.