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Rodin e la Danza

Il MUDEC di Milano inaugurerà il 25 Ottobre una mostra in collaborazione con il Musée Rodin di Parigi, che racconterà l’influenza della danza sull’opera dell’artista.

Un incontro, una vera e propria rivelazione per Auguste Rodin è stato quello con la danza.

Loïe Fuller e Isadora Duncan, ballerine e attrici statunitensi, incantarono l’artista francese così tanto da spingerlo ad indagare, in un modo diverso, le forme dei corpi e i loro movimenti. Le due donne aprirono la fantasia, già lontana dai dettami classici scultorei, dell’artista, che prese a dedicarsi alle potenzialità espressive del corpo, in special modo del corpo che danza.

Dal  25 Ottobre 2023 al 10 Marzo 2024, presso il MUDEC di Milano verrà inaugurata la mostra Rodin e la danza.

In collaborazione con il Musée Rodin di Parigi e curata da Aude Chevalier, conservatrice del dipartimento di sculture del Musée Rodin, Elena Cervellati, esperta di storia, teoria e pratiche della danza, e Cristiana Natali, esperta di antropologia ed etnografia della danza e dello spettacolo, la mostra prende spunto dal corpus di piccole terrecotte prodotte da Rodin nel secondo decennio del novecento.

Auguste Rodin, Nudo femminile di profilo rivolto a destra, 1903-1905. © Musée Rodin. Foto Jean de Calan

Il nucleo della mostra è in prestito dal Musée Rodin, circa 60 opere tra cui fotografie originali, disegni e sculture, tra le quali appunto le preziosissime ballerine in terracotta.

A rendere il racconto più completo saranno materiali video, estratti di film e di documentari sia riferiti alle danzatrici che Rodin ha incontrato e studiato, sia alla cultura cambogiana e alle sue danze. Sarà presente anche una selezione riferita alla coreografia contemporanea con alcune autrici e autori che hanno tratto ispirazione da Rodin e dalle sue opere.

“Rodin è un meraviglioso interprete della vitalità umana: il suo modo di studiare ci spiega in parte il segreto di questa sua potenza. Egli ha cercato di creare attorno a sé quella visione di nudità libera ed animata in cui si educarono gli occhi degli insuperati greci: nel suo studio i modelli non posano in attitudini preordinate: egli ne fa passeggiare parecchi, uomini e donne, attorno a sé con la libertà della vita, e abbozza febbrilmente in piccole statuette le attitudini felicemente casuali.” Enrico Thovez

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