I volumi puri della sede del Partito comunista francese di Oscar Niemeyer dominano l’ampia rotonda presso la fermata della metropolitana parigina di Colonel Fabien; non lontano dall’edificio, Muoto ha la sua sede. Una coincidenza piuttosto sorprendente, dato che nel lavoro dello studio si coglie un riferimento sottile, ma del tutto evidente, alla modernità. L’espressione ossimorica “modernità arcaica” è stata infatti scelta dagli architetti per definire il proprio lavoro, in contrasto con la “modernità eroica”, di stampo positivista e incentrata sull’idea di progresso.
Muoto spiega la modernità in cui si riconosce come “gioiosa e tetra al tempo stesso”, che declina in una pratica che si attua in un momento storico di crisi, attraverso mezzi materiali limitati ma alimentata dalla ricerca di espressività. A questo spirito fa eco il nome dello studio, che in finlandese significa ‘forma’, fondato nel 2003 da Gilles Delalex (Thonons-les-Bains, Francia, 1972) e Yves Moreau (Uccle, Belgio, 1976), dopo essersi incontrati presso lo studio di Dominique Perrault.
Delalex, francese, insegna ed è direttore presso il dipartimento di Teoria, storia e progetto dell'École nationale supérieure d’architecture de Paris-Malaquais; Moreau è un architetto olandese-belga, vincitore del Nouveaux Albums des Jeunes Architectes et des Paysagistes nel 2007-2008.
Alla ricerca di narrative ogni volta diverse, il lavoro di Muoto risulta formalmente eterogeneo ma coerente nell’approccio, lasciando emergere un’identità al contempo sobria e audace. Nel caso del complesso scolastico Boulogne Billancourt (2018), presso la ZAC Rives de Seine, situato in un lotto triangolare, l’edificio è rivestito con lastre di alluminio anodizzato blu a ricordare la vocazione industriale dell’area.
Invece Saclay, condensatore di attività pubbliche del Campus Paris-Saclay (2016), si inserisce nel master plan di XDGA, Xaveer De Geyter Architects, ed è una struttura minimale di calcestruzzo e metallo. In questo edificio, le scelte sono state orientate da un budget ridotto, difficoltà che non hanno impedito allo studio di raggiungere un’elevata qualità spaziale ed espressiva, riconosciuta da diversi premi.
Il progetto Stendhal nell’omonima strada parigina (2017) accoglie un programma misto: edilizia sociale, asilo nido e rifugio d’emergenza. L’edificio è una stecca con una sezione digradante sul fronte strada; i prospetti principali sono animati da tende esterne bianche, inserite in una trama regolare di profili scuri.