Zhang Ke (Pechino, 1970) è parte di quella nuova generazione di architetti cinesi che ha trascorso un periodo di formazione e/o di lavoro all’estero – nel suo caso per la laurea magistrale alla Harvard GSD e tre anni di pratica tra Boston e New York – e che lega un interesse per tradizioni costruttive locali ad approcci occidentali alla progettazione. Come molte delle nuove pratiche in Cina, il suo lavoro guarda a scale molto diverse: i progetti sono attenti alle micro-dinamiche dei luoghi e alla vita quotidiana delle persone che li abitano, ma ambiscono anche a rivoluzionare le modalità con cui si concepisce la rigenerazione urbana in Cina.
Con il suo studio ZAO/standardarchitecture, fondato a Pechino nel 2001, Zhang Ke reinterpreta il modello degli hutong, i vicoli tipici della capitale cinese con le tradizionali case a corte, che formano il tessuto urbano storico della città. ZAO è l’acronimo di Zhang Architectural Office ma anche una parola cinese che significa costruire, fare, assemblare. Invece che insistere nella ricerca di linguaggi iper-contemporanei o di uno stile originale, Zhang Ke prova a dare nuova linfa agli spazi esistenti tramite un dialogo sempre educato e fruttuoso. Il suo studio adotta un linguaggio architettonico semplice e diretto, che si riferisce alla tradizione spaziale cinese senza mimetizzarsi con l’esistente. Il suo interesse non riguarda soltanto la storia del suo Paese, ma tutte le tracce e le addizioni spontanee che regolano la vita dei quartieri antichi e che generano un bilanciamento delicato tra pubblico e privato.
Uno dei progetti che meglio rappresenta questa attitudine è Micro Hutong (2016), un intervento su una delle tradizionali corti di Pechino in cui l’architetto cinese inserisce dei micro-alloggi. Oltre che aggiornare e ottimizzare gli spazi, il progetto ha come obiettivo mostrare le grandi potenzialità di questi luoghi. L’edificio 5 del Campus Novartis, completato a Shanghai nel 2016, è invece la dimostrazione di come la cultura architettonica cinese possa essere reinterpretata in un edificio di nuova costruzione. Una griglia organica è il principio generatore con cui è stato disegnato tutto il progetto che, al piano terra, inverte il pattern spaziale dei tradizionali giardini cinesi creando ambienti di lavoro aperti e interconnessi.