Diretto da Amy Muir (Melbourne, 1975), che lo ha fondato nel 2016, lo studio ha sede a Melbourne e spazia dalla progettazione residenziale, commerciale e pubblica di fascia alta a progetti di più piccola scala come allestimenti espositivi. L’approccio della Muir è teso a sostenere un’architettura civica che coinvolga la collettività, salvaguardi lo spirito del luogo e la memoria storica.
Ne è un esempio Doubleground (2018), progetto installativo firmato con lo studio di architettura paesaggistica Openwork, all’interno del Grollo Equiset Garden della Roy Grounds’ National Gallery of Victoria di Melbourne, insignito di più premi tra i quali l’AIA National Award for Small Project Architecture 2019. Prendendo a prestito forme e frammenti dall’edificio originale progettato da Roy Grounds, è stato definito un percorso inatteso aperto all’esplorazione dei visitatori per sollecitare nuovi ricordi.
Sempre per la NGV di Melbourne, Muir Architecture ha progettato l’allestimento Appurtenance (2013) per la Contemporary Jewellery Exhibition, sviluppato lungo un corridoio di 37 m con un sistema in lamiera d’acciaio piegata che gioca sul rapporto vicinanza/distacco tra visitatore e gioielli. Con una laurea in Interior design e Architettura presso la RMIT University, dove insegna, Amy Muir ha una visione olistica del progetto e considera la concezione degli interni e la forma esterna come un tutt’uno.
La Law Street House (2011) a Melbourne, costruita con Bruno Mendes sulla superficie di un vecchio cottage del 1880, è stata progettata rispondendo con sensibilità ai limiti posti dal contesto: la facciata in lamiera d’acciaio nasconde il secondo piano, illuminato solo sul retro da finestre di forma irregolare. In qualità di Victorian President dell’Australian Institute of Architects, Muir collabora con enti governativi sostenendo l’importanza di un’architettura in dialogo con la collettività, in sintonia con la visione espressa nella pratica e nella didattica.