È un libro eclettico l’ultimo di Stefano Graziani, Nature morte, il quarto pubblicato con il gallerista modenese Emilio Mazzoli, che accompagna la mostra omonima aperta fino all’8 ottobre. Il libro presenta fotografie provenienti da diverse linee di ricerca del fotografo triestino, alcune più antiche (l’architettura), altre più recenti (i fuochi d’artificio), ma tutte presentate come appartenenti a un medesimo genere, la natura morta. I soggetti delle immagini più recenti di Graziani non hanno nessun significato allegorico o metaforico, sono “cose che sono solo se stesse”, e peraltro sono state esposte quest’anno anche a Reggio Emilia in occasione di Fotografia Europea, nonché pubblicate in un altro volume appena dato alle stampe, Fruits and Fireworks (A&Mbookstore, Milano 2016).
Note
1. 51n4e, Stefano Graziani, Falma Fshazi, How Things Meet, Art Paper Editions, Gent 2016.
2. AA.VV., Kunstmuseum Basel, New Building, Hatje Kantz, Stuttgart 2016.
3. Fabio Benzi, Arte in Italia tra le due guerre, Bollati Boringhieri, Torino 2013, p. 65.
4. Jeff Wall, Monocromia e fotogiornalismo nei Today Paintings di On Kawara, in Id., Gestus. Scritti sull’arte e la fotografia, a cura di Stefano Graziani, Quodlibet, Macerata 2013, p. 172.
5. Giovanna Borasi (a cura di), AP 164 Ábalos & Herreros, con un’interpretazione fotografica di Stefano Graziani, Park Books, Zurich 2016.
6. Roh, che detestava i fotografi che imitavano la pittura troppo pedissequamente, ha avuto una parentesi da fotografo e studioso della fotografia bruscamente interrotta dai nazisti che lo imprigionarono nel campo di Dachau. Cfr. Emily Braun, Franz Roh: tra postespressionismo e realismo magico, in Maurizio Fagiolo dell’Arco (a cura di), Realismo magico: pittura e scultura in Italia 1919-1925, Galleria dello Scudo, Verona 1988, pp. 57-64.