L’irruzione sulla scena architettonica degli strumenti finanziari onnipotenti e di reti di comunicazione onnipresenti, e l’impietoso affermarsi del lavoro precario immateriale e di relazioni socio-economiche instabili, sta dando corpo a una rivoluzione silenziosa e travolgente. È la quantificazione della casa: la riduzione della dimensione simbolica dell’abitare a numeri da gestire che sta dando forma a nuovi modi di abitare, alla dimensione materiale del vivere. Oggi ciò che conta sono i numeri, la forma è senza sostanza.
In questo quadro non dovrebbe sorprendere la dissoluzione del ruolo dell’architetto nell’immaginare e progettare il nostro futuro civico e urbano.
Il libro è pensato come una struttura precisa ma flessibile, in grado quindi di costituire un quadro di riferimento ma anche di permettere digressioni e sconfinamenti. Si può aprire una pagina a caso ed essere sorpresi da qualcosa di nuovo, di inaspettato: un soggiorno immaginario, una finestra nel tempo, l’apertura di un punto di vista o un angolo nascosto di questa casa. Diversamente, e con una strategia quasi sovversiva, si può leggere il libro tutto d’un fiato dalla copertina al retro: un esercizio che richiederà una bella fetta del vostro tempo, un vero lusso in quest’epoca di continue distrazioni domestiche, ma che vi lascerà con l’inebriante sensazione di aver percorso un caledoiscopio di saperi, dove gli articoli si susseguono al ritmo denso e incessante di 1500–2000 parole per pezzo.
A guidarvi in questo labirinto di dati e riflessioni saranno le infografiche e gli eleganti e precisi disegni assonometrici disegnati da Folder con la collaborazione di U67, una struttura grafica coerente che permette di leggere, confrontare e ricomporre la varietà di questioni spaziali, quantitative e concettuali.