Nel piccolo raffinatissimo libro Racconti di qui, di cui avevo già scritto (Domus 936), Davide Vargas aveva teorizzato un modo di vivere e di fare l'architetto "a chilometro zero". Tutto avviene per lui sempre e solo nel suo luogo.
"Io lavoro ad Aversa, centro storico normanno, radiocentrico e introverso di assoluta qualità, aggredito sempre più da vicino da una città senza regole, località provinciale persino più di Caserta". Questo nuovo "Progetto in forma di libro", dal titolo Alberi è un'opera complessa, perché si presenta nella sua veste come edizione d'arte (250 copie), poi ha dei testi stampati ed altri calligrafici, e poi ci sono ventitré tavole di disegni a penne pilot su carte piegate a metà, di formato doppio dell'album stesso.
L'approccio alla lettura non è semplice, perché lo sguardo deve divaricare dal libro d'arte, agli scritti teorici e poetici, alla lunga sequenza dei nervosi disegni graffiati neri. Il "sito del qui" è questa volta il Parco degli alberi di Aversa (parco Pozzi), un locus conclusus che per Vargas è pieno di passato, di storia e di memorie. Un disegno iniziale ne traccia la mappa e ne segnala gli alberi. Questo parco freddo e invernale è la scena dove Vargas svolgerà la sua forte performance.


Alberi è un progetto in forma di libro ideato e realizzato da Il Filo di Partenope, di Lina Marigliano e Alberto D'Angelo, su carta di pura cellulosa; la copertina è stata realizzata impastando fibre di cotone con resina vegetale ottenuta incidendo la scorza degli alberi.




