Nella Cina contemporanea la libera circolazione delle idee, la trasparenza delle notizie e l'imparzialità della giustizia appaiono come obiettivi ancora lontani da raggiungere; tuttavia nel corso degli ultimi anni l'artista e attivista cinese Ai Weiwei si è impegnato a fondo nella difesa di questi diritti fondamentali esponendosi a tal punto da mettere più volte a repentaglio la sua stessa incolumità.
Ai Weiwei. Never Sorry di Alison Klayman, presentato lo scorso 5 luglio dallo Schermo dell'arte Film Festival a Firenze, è il primo puntuale lavoro di documentazione filmata sull'artista. Riprese originali e materiali video, registrati dall'artista nel corso delle sue numerose inchieste pubbliche, offrono uno sguardo completo sugli avvenimenti che hanno caratterizzato i suoi ultimi anni di attività, con rimandi ai momenti della sua formazione come uomo e come artista.
Dal film emerge l'immagine di un artista umanista con una grande fiducia intellettuale nelle capacità dell'uomo di contribuire con ogni suo gesto al miglioramento della società. Ai Weiwei esprime questo suo ottimismo impegnandosi su diversi fronti, che vanno dall'arte all'architettura, dalla letteratura al cinema di documentazione, fino all'azione sui social media e alle proteste pubbliche. I diversi ambiti di azione rispondono tuttavia a un unico e comprensivo obiettivo: liberare l'espressione individuale dalle imposizioni di ogni genere per favorire lo scambio reciproco e la condivisione tra gli individui. Ai Weiwei lavora sulla comunicazione e sui significati sociali per far ritrovare la parola a un paese reso muto dall'ideologia delle masse e dall'utopismo sociale che agisce uniformando il pensiero e eliminando la possibilità di un approccio critico alla vita.
Ai Weiwei: Never Sorry
Il primo puntuale lungometraggio sull'artista cinese raccoglie riprese originali che lui stesso ha registrato, nel corso delle numerose inchieste pubbliche degli ultimi anni.
View Article details
- Silvana Fiorese
- 13 luglio 2012
Per Ai realtà virtuale e realtà vissuta hanno uguale importanza, mentre la tecnologia è il supporto fondamentale con cui amplificare e diffondere ogni sua azione. I social media sono per l'artista il veicolo per stabilire un approccio immediato con la gente e al tempo stesso aprire il suo privato alla sfera pubblica. Perché per l'artista è il singolo sforzo ciò che conta in un processo di cambiamento effettivo dello stato attuale delle cose.
La posizione critica dell'artista nei confronti del governo cinese viene messa in luce nel film fin dalle primissime battute, attraverso le parole di amici e familiari che lo hanno accompagnato e sostenuto nelle sue battaglie pubbliche.
Ai Weiwei si pone all'attenzione internazionale nel 2008 quando, dopo aver partecipato alla progettazione di Bird's Nest, lo stadio per i giochi olimpici di Pechino opera degli architetti svizzeri Herzog & de Meuron, espone il suo dissenso nei confronti dell'uso propagandistico della manifestazione condotto dalle istituzioni cinesi.
Sempre nello stesso anno, un altro amaro capitolo della storia cinese concorrerà a definire con più chiarezza il suo ruolo di artista dissidente. Si tratta del violento terremoto che ha devastato la provincia di Sichuan provocando la morte di più di 70.000 persone. Ai Weiwei, accompagnato da un gruppo di volontari reclutati in rete attraverso il suo blog, dà inizio a un progetto di investigazione sulle cause di questa catastrofe. Il risultato della ricerca è una lista pubblicata online in cui appaiono oltre 5000 nomi di bambini morti sotto il crollo delle cosiddette "costruzioni di Tofu".
Per Ai realtà virtuale e realtà vissuta hanno uguale importanza, mentre la tecnologia è il supporto fondamentale con cui amplificare e diffondere ogni sua azione
La denuncia avrà un forte impatto sull'opinione pubblica tanto da scatenare l'immediata risposta della polizia cinese che disporrà la chiusura forzata del blog. Ai riuscirà comunque ad aggirare la censura e a continuare a sostenere le sue campagne sul web attraverso Twitter. Anche le grandi mostre internazionali sono per lui occasioni altrettanto importanti di diffusione delle proprie idee. Nel documentario vengono raccontati due momenti: l'installazione Remembering realizzata in occasione della mostra So Sorry alla Haus der Kunst di Monaco e Sunflower Seeds nella Turbine Hall della Tate Modern di Londra.
Dopo aver subito la demolizione del suo studio di Shangai appena inaugurato, il 2 aprile 2011 Ai Weiwei viene arrestato dalla polizia cinese all'aereoporto di Pechino con l'accusa di evasione fiscale e pornografia. Dopo 81 giorni di detenzione in un luogo sconosciuto, l'artista viene rilasciato sotto vigilanza cautelare e con il divieto di lasciare il paese. Il suo arresto rientra in un programma più ampio di misure cautelative avanzato dal governo cinese nei confronti delle persone ritenute scomode. Le recenti rivolte in Medio Oriente, sostenute dallo stesso artista, sono infatti troppo vicine per non destare timori.
Nelle ultime immagini del film vediamo l'artista che rientra a casa dopo i mesi di detenzione. Lui, che aveva fatto della libertà di espressione il suo punto di forza, è ora muto e impossibilitato a rispondere alle domande dei giornalisti. Con uno sguardo impotente e affranto si congeda ripetendo come un combattente piegato ma non sconfitto: "So Sorry".
Ai Weiwei. Never Sorry è distribuito da Feltrinelli Real Cinema, Pfa Film e Associazione Fanatic About Festival.