Andrea Camilleri, Dentro il labirinto, Skira, Milano, 2012, pagine 179
Edoardo Persico, Profezia dell'architettura, Skira, Milano, 2012, pagine 64
Questo articolo è stato pubblicato su Domus 958, maggio 2012
L'interesse degli scrittori per la figura di Edoardo Persico
non è nuovo. Già Vittorini e Sciascia si
occuparono di lui. Persico stesso fu inizialmente
scrittore, poi editore, giornalista, gallerista e,
infine, anche architetto.
Nell'interessarsi a Persico,
Andrea
Camilleri rimane però all'interno di
quella linea del romanzo noir che ha dominato gli
ultimi due decenni della letteratura italiana, della
quale, inventando il commissario Montalbano,
egli ha costituito la voce più nota.
L'interesse per il mondo dell'urbanistica e dell'architettura
da parte di questo genere non è mai mancato.
Così come non è venuto meno da parte di quei
generi affini che hanno, di fatto, contribuito a
trasformare il metodo dell'indagine giudiziaria
in strumento stilistico per l'interpretazione e
il racconto di episodi cruciali e irrisolti della
storia recente.
Architettura in giallo
La ristampa di quattro saggi e un nuovo giallo di Andrea Camilleri fanno luce sulla straordinaria figura di Edoardo Persico, dimostrando come l'architettura possa diventare stimolo, anche etico, per la letteratura.
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- Roberto Zancan
- 25 maggio 2012
In questo campo rientrano tanto
le ricostruzioni di celebri casi di cronaca nera di
Carlo Lucarelli, quanto alcuni episodi del teatro di
denuncia o di 'narrazione', animato, per esempio,
da figure come Gabriele Vacis o Marco Paolini.
E la loro influenza è così vasta che se n'è potuta
riconoscere la presenza perfino nello spettacolo
Design Dance, che ha inaugurato la settimana
del Salone del Mobile.
All'opposto, si staglia
invece il fronte dei pamphlets polemici 'contro
l'architettura' (tanto per citare il fortunato testo
di Franco La Cecla, recentemente tradotto in
giapponese), che hanno riempito gli scaffali delle
librerie nel medesimo arco di tempo. Episodi
spesso associati alla letteratura d'inchiesta, ma
che andrebbero più correttamente correlati a una
lettura dell'architettura come fenomeno popolare,
indagata con uno stile da new journalism, di cui
è maestro Tom Wolfe (e del quale recentemente
è stata proposta una traduzione integrale di The
Kandy-Kolored Tangerine-Flake Streamline Baby,
che finalmente contiene anche quel cruciale
articolo su Las Vegas che è all'origine di tutti i
Learning from…).
L'operazione di Camilleri resta
tutta nell'ambito del racconto d'invenzione.
Ma Camilleri non è Ayn Rand, e non scrive The_Fountainhead; non gira My Architect o Sketches
of Frank Gehry; non scrive A Life: Le Corbusier,
nel tentativo di allargare la pratica delle cattive
biografie al campo delle archistar. Per Camilleri,
Persico non va a letto con Josephine Baker su di
un transatlantico diretto verso i mari del sud. Per
Camilleri, Persico è un triste, meschino, perdente
essere umano, trovato cadavere dopo giorni nel
bagno di casa sua. E questa sua morte, squallida
e misteriosa, ha tutte le qualità dell'enigma per
l'intera storia, anche architettonica, europea. È
un enigma che non si esaurisce nel racconto degli
indizi, ma suggerisce tutta la compromissione
del rapporto tra intellettuale e potere nel corso
del Ventesimo secolo.
Quello che Camilleri ci
propone è un giallo appassionante proprio perché
costruito non su indizi da rotocalco, ma su letture
accademiche, meditate con la mente da poliziotto,
moltiplicando l'approccio dal paradigma
indiziario con uno stile da nouveau roman, fino
a instaurare una sorta di curioso e innovativo
saggio storico-narrativo.
Ed è proprio la presenza di una bibliografia, oltre
al profilo dell'editore d'arte presso il quale esce
il volume, Skira, a dirci quanto al di là di ogni
dichiarazione, il gioco dello storico abbia coinvolto
Camilleri.
Quello che Camilleri ci propone è un giallo appassionante proprio perché costruito non su indizi da rotocalco, ma su letture accademiche, meditate con la mente da poliziotto
Se dovessimo esserne ancora incerti, ci viene in aiuto l'editore che, in occasione della pubblicazione del libro del romanziere siciliano, riunisce quattro dei principali saggi scritti da Persico in un unico volumetto, che prende il titolo dal più celebre di essi: Profezia dell'architettura. Recuperare un simile titolo ci dice quanto l'intera operazione si ricucia in una strategia complessiva, volta anche a far riscoprire il ruolo del critico napoletano nella costruzione di una storiografia e di una critica originale e distintiva per la cultura architettonica europea.