Secondo l'oroscopo cinese il 2007 è stato l'anno del maiale, un segno associato all'idea di fertilità, e forse non è un caso che in quello stesso anno è stato portato avanti un progetto di studio che vede protagonista un maiale di un allevamento olandese. Pig 05049, dal numero di matricola dell'animale, è il libro che ripercorre questa ricerca: per tre anni Christien Meindertsma, una giovane designer diplomata all'Accademia di Eindhoven, ha seguito le sorti di Pig 05049, dalla macellazione all'immissione delle sue parti nella catena di produzione industriale, alimentare e non. Dai 103,7 chili di massa dell'animale sono stati ottenuti 3 chili di pelle, 15,2 chili di ossa, 54 di carne, 14,1 di organi interni, 5,5 chili di sangue, 5,4 chili di grasso e 6,5 di materiale vario: ogni suo singolo grammo è stato processato e trasformato in prodotti, alcuni ovvi - come prosciutti, salsicce, insaccati - altri difficilmente immaginabili. La gelatina proveniente dalla pelle è finita in liquirizie, gomme da masticare, caramelle, torrone, glassa per dolci, persino cheesecake e tiramisù.
PIG 05049 from Christien Meindertsma on Vimeo.
Il grasso è stato utilizzato per creme anti rughe, shampoo e balsamo per capelli. Dalle ossa si è ottenuto un agente collante per ceramiche; la sua valvola cardiaca è stata impiegata in medicina per sostituirne una umana danneggiata. Leccalecca, marshmallow, birra, vino rosso tutti contengono una percentuale di elementi derivati dal maialino olandese 05049. Lo stesso vale per carta e pellicola fotografica, lastre per raggi X, vernici industriali, fiammiferi, carta da parati, sapone in polvere, antighiaccio per automobili, pastelli a cera, candele, medicinali, filtri per sigarette e perfino bio-disel.
Se nella più antica tradizione contadina del maiale macellato non si buttava nulla, ora, su scala industriale, le cose sono andate ben oltre complicandosi parecchio, e sfogliando il libro è sorprendente vedere il numero e la varietà di prodotti non commestibili che provengono da questo animale. Curiosa, per esempio, è la produzione di un certo tipo di pallottole fabbricate negli Stati Uniti in cui una gelatina derivata dalle ossa è utilizzata per favorire la conduzione della polvere da sparo all'interno del proiettile. Attenzione però, la ricerca di Christien Meindertsma è strettamente collegata al caso di Pig 05049 e non è detto che tutti gli shampoo contengano elementi derivati dal maiale.
Nel libro 185 immagini in perfetta scala reale 1 a 1 mostrano i 185 prodotti finali ricavati da Pig 05049 con l'indicazione, per ciascuno di essi, della quantità di grammi di animale utilizzato. Poche, pochissime, le parti di testo. Le parole sono infatti affidate solo a un'introduzione firmata da Lucas Verweij, direttore dell'Accademia di Architettura e Design Urbano di Rotterdam, a una brevissima spiegazione d'intenti dell'autrice e alle sintetiche descrizioni che accompagnano ciascuna illustrazione. In formato tascabile, quasi fosse un breviario, il volume ha una copertina in cartoncino marrone (un'edizione limitata è rilegata rigorosamente con pelle di maiale) e sul dorso è pinzato il numero di identificazione del maialino in esame - un disco di plastica giallo identico a quello punzonato all'orecchio di Pig 05049.
Il libro, elegantissimo, ha vinto l'Index Award 2009 nella categoria Playful ma non ha nulla di frivolo. L'approccio è enciclopedico, per non dire scientifico, nel suo procedere seguendo un rigoroso ordine di classificazione e suddivisione dei prodotti in base alla loro provenienza. L'intento è in verità ancor più nobile. Pig 05049 è visivamente e concettualmente una dissezione non solo del maiale in esame ma, su scala più ampia, si potrebbe dire di tutta la complessità del reale. Conoscere e comprendere l'origine delle cose è il primo passo per vedere la realtà con occhi differenti e prendersene cura. Molto di quello che ci circonda ha un inizio insospettabile; persino gli oggetti più normali che - letteralmente - tocchiamo con mano ogni giorno. Da rimanere sorpresi.