Due sono le tendenze che sembrano in corso nella tecnologia oggi, e a qualcuno potrebbe sembrare un paradosso. Da un lato, i gadget sono sempre più sottili e pieghevoli e facili da nascondere; le cornici sono sparite e i nuovi smartphone tablet e smartwatch non sono più grandi dei loro schermi, mentre i tv scompaiono sullo schermo come camaleonti che si mimetizzano; le smart home vengono gestite attraverso voci che arrivano da un qualche invisible data center di cui non conosciamo nemmeno la precisa ubicazione. La tecnologia diventa sempre più invisibile, giorno dopo giorno. La rappresentazione estrema di questo fenomeno negli ultimi anni è stata la sparizione fisica di documenti e musica e film, che sono mirati – o trasmigrati? – nel cloud. Google Drive e iCloud hanno preso il posto degli hard disk sul tavolo o delle chiavette usb attaccate al portachiavi.
Al tempo stesso desideriamo oggetti tecnologici di culto, per quelli retrofuturisti forse più di ogni altro. I Nokia dell’epoca d’oro, le console di gioco del ventesimo secolo, sono tornati tra noi, come anche i giradischi e i lettori di musicassette. Replicano la vecchia tecnologia con soluzioni contemporanee e un design nostalgico. Tutti possono giocare alla PlayStation originale anche solo sul loro telefono, basta un emulatore. Nonostante questo la PlayStation Classic, che ha un aspetto praticamente identico all’originale degli anni Novanta e solo alcuni giochi precaricati, è uno dei gadget più attesi e popolari dell’anno. Mentre la tecnologia si smaterializza, si ripetono le icone, a prescindere dalla funzionalità.