94 anni fa, in Danimarca, Peter Bang e Svend Olufsen fondarono un'azienda che non ha bisogno di presentazioni, e che da allora ha offerto una visione unica di ciò che dovrebbe essere un marchio di elettronica di consumo. Quasi un secolo di sfida costante all'idea stessa di innovazione e un approccio radicale al design hanno prodotto una serie memorabile di prodotti, dalla radio Hyperbo 5RG, ispirata esplicitamente al Bauhaus (1932, oggi ne rimane un solo esemplare), al giradischi stereo Beogram 4000 (1972), al lettore CD BeoSound 9000 (1996). Con una simile eredità alle spalle, in un'epoca in cui il design è diventato essenziale per ogni azienda tecnologica, B&O è ancora oggi una delle aziende più innovative al mondo, grazie a una lineup di speaker che comprende, tra gli altri, lo stereo da parete BeoSound Shape, il recente BeoSound Edge a forma di ruota, BeoLab 90, un top di gamma da 70.000 €! – e il portatile P6, progettato da Cecile Manz, televisori di altissima fascia, cuffie e auricolari di tendenza, come i Beoplay E8. “La nostra visione è quella di essere il marchio audio più desiderato al mondo”, afferma John Mollanger, Executive Vice President di Bang & Olufsen. "Ci affidiamo a tre diverse competenze: l'acustica, il design - che definiamo un ricco minimalismo - e l'artigianalità“. Incontro Mollanger durante la Milano Design Week, nello splendido spazio nel cuore di Brera dove il nuovo televisore transformer Beovision Harmony è in mostra con una selezione dei più rappresentativi prodotti dell'azienda danese, nuovi e vecchi.
Qual è l'approccio di B&O al design?
Avere le migliori competenze tecniche, le migliori innovazioni tecnologiche e il miglior suono è importante, ma non basta. Abbiamo bisogno di un altro componente, che si può vedere chiaramente nel nuovo Beovision Harmony: alcuni lo chiameranno televisore, altri diranno “questo è il mio arredamento”, e probabilmente è vero per ogni prodotto Bang e Olufsen. Noi vediamo questo marchio come uno stile di vita: questo è più di un tv, questo è più di un diffusore.
Sembra quasi un oggetto scaturito direttamente da uno di quei classici senza tempo della fantascienza, o da un film di Kubrick.
C'è molta soggettività nel design. Le persone che vogliono un grande schermo devono accettare una grande forma nera nel loro spazio vitale. Se vogliono anche una buona qualità del suono, dovranno anche accettare un impianto stereo di grandi dimensioni. Li abbiamo fusi in un unico oggetto e abbiamo reso quell'oggetto non immediatamente riconoscibile come un televisore. Questo accade con molti dei nostri prodotti, non è automatico cosa quell'oggetto sia. È davvero un diffusore audio? Forse. O una tv? Forse.
Non pensi che alcuni potenziali clienti possano avere paura di questo?
Bang and Olufsen non è per tutti. Fa parte della nostra storia mettere sul mercato oggetti polarizzanti. Alcuni li amano, altri probabilmente diranno “non per me”. Ci ispiriamo al mondo dell'architettura, dell'arredamento e del design, e non ad altri produttori di televisori e speaker. Non è meglio o peggio, ma è un punto di vista. Per questo siamo alla Design Week: non c'è città migliore, Milano oggi è la capitale mondiale del design.
Come gestite il rapporto tra tecnologia e design?
La tecnologia è una condizione. Con un'attenzione così forte al design e a come facciamo i nostri prodotti, se la tecnologia non fosse aggiornata, penso che potremmo essere biasimati. Siamo ossessionati dal design, ossessionati dall'acustica, ossessionati dall'artigianalità, ma il modo di farli incontrare è quello di essere estremamente forti nella tecnologia: piattaforme software e tecnologia meccanica. Far scomparire uno schermo del televisore nei diffusori non è facile, tecnicamente. Questo è sempre stato il nostro modo di sfidare noi stessi, di creare cose che all'inizio potevano essere impossibili o difficili. La missione del design è creare potenzialmente l'impossibile.
Vi sentite più un'azienda audio o un'azienda tecnologica?
Penso che oggi non si possa essere un'azienda audio senza essere un'azienda tecnologica.
State investendo nel software?
Massicciamente. Sia nei prodotti che nell'esperienza del consumatore finale. Dal sito del marchio, al sito di e-commerce, al sistema di applicazioni che vedrete evolvere nei prossimi anni.
Recentemente avete iniziato ad introdurre collezioni stagionali.
Storicamente solo i marchi di abbigliamento di moda lo facevano. Le aziende del nostro mercato hanno sempre lanciato prodotti uniformemente neri e solo una volta all'anno. Poi però ha cominciato ad esserci una contrapposizione tra l'aspetto dei prodotti audio e video e quello dell'arredamento, la cui tavolozza di colori si è arricchita sempre di più. Abbiamo deciso che era una buona idea significare il nostro stile di vita provando nuovi colori, non pensando ai tipici colori del mondo audio, ma agli interni o all'abbigliamento. Abbiamo anche deciso di iniziare a introdurre diversi colori durante l'anno. Tipicamente lo facciamo durante le settimane della moda.
Beovision Harmony è già il futuro di B&O. E dopo?
Altre cose come questa. E una maggiore attenzione al modo in cui le persone vivono. Da un lato dobbiamo considerare cosa fanno i concorrenti, ma alla fine della giornata siamo interessati a cosa fanno le persone, cosa piace cosa non piace. Il televisore Harmony è iniziato con un semplice briefing, siamo partiti dal fatto che la gente ama i grandi schermi, ma vuole che siano anche belli. Vogliamo fare più cose come questa. Quindi continueremo a sorprendervi.