Il Ces di Las Vegas, la più grande fiera di elettronica di consumo al mondo, ha costretto una startup di sex toys a non esporre il suo ultimo ritrovato. Chiamato Osé e realizzato dalla startup Lora DiCarlo, il vibratore viene descritto come un prodotto robotico tuttofare, dotato di “una tecnologia micro-robotica che riproduce tutte le sensazioni. Per un'esperienza che sembra proprio come quella con un vero partner”. Non è una squalifica come tante perché Osé aveva vinto il Ces Innovation Award, il premio che la fiera stessa consegna ai prodotti più innovativi in esposizione. Un riconoscimento di alto livello che affiancava il “giocattolo” agli ultimi ritrovati della tecnologia.
Poi però è arrivato il passo indietro: premio ritirato e divieto di esposizione del prodotto. Come spiega l'ente organizzatore del Ces, la Cta, Ose “non rientra in alcuna delle categorie esistenti di prodotti e non dovrebbe essere stato accettato per l'Innovation Award”. E ancora: “Il Ces non ha una categoria per i sex toys. Cta aveva comunicato questa posizione a Lora DiCarlo circa due mesi fa e ci siamo scusati per il nostro errore”. In più l'ente ha ammesso di aver incluso il dispositivo tra i premiati per errore e che comunque è libero di escludere tutto ciò che è considerato “immorale, osceno, indecente, profano”.
La startup Lora DiCarlo però ha preso la squalifica sul serio e la interpreta come una distinzione di genere. Ose, ricorda, è stato realizzato con il laboratorio di robotica della Oregon State University, uno dei più noti degli Stati Uniti, e a bordo ha “otto brevetti in attesa di approvazione”, principalmente nel campo della robotica e della biomimetica, la scienza che si occupa dello studio del trasferimento di processi biologici dal mondo naturale a quello artificiale. Che sia tecnologico, quindi, non c'è dubbio. Ma ecco l'affondo: nella stessa categoria di Osé c'erano “Due aspirapolvere robotici, uno skateboard robotico, quattro giocattoli per bambini, un robot che fa acquisti. Sembra che tutti gli interessi delle donne siano coperti, giusto?”, afferma la Ceo della Startup, Lora Haddock, al Guardian. In più ricorda che oggi come in passato al Ces si siano visti simulatori virtuali per la pornografia e bambole gonfiabili e quindi che “alla sessualità maschile è consentito essere esplicita”. Da qui ha lanciato un proclama per lottare per la parità di genere anche nella sessualità.
Da ultimo c'è da ricordare che tutto ciò è accaduto a Las Vegas, la Sin City d'America, quella città del peccato in cui tutto è concesso, perfino organizzare presentazioni legate al Ces in un bordello. È successo davvero. Senza dimenticare che per anni la fiera ha condiviso gli spazi con l'Adult Entertainment Expo, l'esposizione dedicata al mondo degli adulti, e che nel 2016 la OhMiBod aveva vinto il Best of Ces award per un suo sex toy che però era stato inserito nella categoria “Digital Health and Fitness Product”. Quest'anno poi c'è anche una società di produzione pornografica, la Naughty America. È in una stanzetta separata e ben protetta da sguardi indiscreti ma c'è.