La vera notizia però non è la versione outdoor, seppure semi. No, la vera notizia è che il DS-600 di de Sede – il divano più lungo al mondo secondo il Guinness book of records – è in produzione da quarantacinque anni. Eppure, come tutti gli oggetti con un’identità stilistica legata indissolubilmente al periodo della loro creazione, l’impressione condivisa era che il cambio dei tempi gli fosse stato fatale. Trasformandolo da classico del design a classico pezzo di modernariato: quotatissimo e costosissimo. E sensualissimo. Come reso evidente da Bertrand Bonello con un modello a curva semicircolare nella scena del festino in Saint Laurent. Un film del 2014 che metteva in risalto anche il fatto che nei primi anni Settanta era esattamente il divano da avere se eri un creativo con caratteristiche geniali, e una corte dei miracoli da nutrire. Ma oggi? Con la riduzione degli spazi abitativi dove mai vuoi riuscire a sistemarlo se non in possesso – beati voi – di un loft o una superficie equivalente.
DS-600
DS-600
DS-600
DS-600
La risposta è nell’anima strutturale stessa di DS-600, riducibile in lunghezza una chiusura lampo di modulo alla volta. Compresi quelli senza schienale. Certo, meno le curve di DS-600 sono flessuose meno ha senso procacciarsene uno, pena la mancata assonanza con il “verme con le zampe” della mitologia alpina cui è associato: il tatzelwurm. In aiuto però arriva la nuova versione da esterno. Da collegare alla sezione che usate in interno tramite porta finestra, purché il piccolo balcone di cui disponete sia generously designed, un’espressione di de Sede per indicare un minimo di metri quadrati in cui farci stare anche un tavolino. Così facendo l’effetto biscione non sarà compromesso. Per tutti gli altri che invece hanno la fortuna di un dehors veramente generoso, staccate pure le due parti. Due mostri alpini sono meglio di uno solo.