“La soluzione del mistero è sempre inferiore al mistero”, diceva Jorge Luis Borges. Con le lampade è un po’ lo stesso. Ogni volta che la nostra parte infantile crede che il loro fare luce sia il risultato di un magico Sim Sala Bim, ecco che con la coda dell’occhio vediamo sbucare il cavo elettrico. Per ovvie ragioni di incasso con le applique il gioco è più facile, con tutti gli altri modelli invece è come nel Mago di Oz: scoprire che dietro una tenda c’è un essere mortale che si agita per far funzionare tutto.
WireRing di Flos. Un segno teso di luce ortografica
Formafantasma scarnifica la struttura di una lampada fino all’essenziale: un cerchio Led e un nastro di gomma, in equilibrio perfetto.
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- Cristiano Vitali
- 05 luglio 2018
Sì, l’invenzione del cavo trasparente è stata molto apprezzata, ma come ti giri niente da fare, lui è ancora lì. Fino a quando, come in tutte le favole, da una terra ormai lontana chiamata “Euroluce 2017” ecco l’annuncio che WireRing di Flos è disponibile a negozio. E con lei la strategia geniale dei Formafantasma di occultamento del cavo: sbattendolo in faccia. Perché altro che filo, quello per cui davanti al prototipo di WireRing in fiera abbiamo sospirato “chissà però se andrà in produzione”, ha la forma di un nastro in gomma colorata. Che fissato a parete e teso come un elastico alle due estremità blocca un anello con una striscia Led al suo interno, alimentandola. Senza tuttavia creare fastidio alla vista perché la parte di gomma che finisce nella presa elettrica è la lampada stessa, costituita solo da due semplici elementi: cavo e cerchio. Dunque non proprio un’illuminazione in stile Sim Sala Bim, ma nemmeno l’evidenza meccanica di una regia. Non c’è dubbio, a Borges WireRing sarebbe senz’altro piaciuta.
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