Il progetto di Stefano Barattini fa riferimento agli spazi in transizione, luoghi a volte dimenticati, soggetti ad una possibile mutazione, destinazione d’uso, o immobili in un tempo indefinito nella condizione d’abbandono di cui se ne apprezza la dimensione estetica.
Testimoni del tempo
Il fotografo Stefano Barattini ha immortalato le residenze storiche italiane in stato di abbandono restituendo la loro tragica bellezza.
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- 20 giugno 2017
- Italia
La ricerca di questi spazi si è estesa senza interruzione, comprendendo le più disparate tipologie: sanatori, ville, colonie, ospedali psichiatrici, colonie, fabbriche, prigioni tutte in stato di abbandono. L’autore si occupa da anni di aree industriali e urbane lasciate al loro destino, durante viaggi compiuti in Italia e in Europa, ricercando un equilibrio tra estetica dell’abbandono e documentazione. L’intento è unicamente culturale, per mantenere una traccia fotografica della memoria di un patrimonio artistico e architettonico, che va perdendosi tra demolizioni, distruzioni o intense ristrutturazioni.
Consapevole di questo lascito forzato, Barattini esplora i luoghi dell’abbandono, per trasmettere una realtà che non tutti conoscono, restituendo a queste rovine la dignità che meritano, e attraverso i suoi scatti, le trasforma in soggetti artistici. Infine le sue fotografie, che coniugano arte e denuncia sociale, possono considerarsi un ottimo supplemento di indagine nell’ambito dell’esplorazione dell’architettura urbana, laddove viene consegnata alla storia grazie all’apporto tecnico e interpretativo, di una fotografia mirata e consapevole.
Stefano Barattini (Milano 1958) si è laureato in architettura al Politecnico di Milano. Inizia a fotografare nel 1979 e lega la fotografia al viaggio. Da circa quattro anni si dedica ai luoghi abbandonati. Ha collaborato con Mototurismo e Scooter Magazine e pubblicato due libri: Oltre la fabbrica, 2015 e Portraits of Dust, 2017. I suoi lavori sono stati esposti in diverse mostre in Italia.