Durante il secolo scorso le infrastrutture del traffico si sono sviluppate rapidamente e hanno rivendicato spazi aperti. La costruzione di ponti e viadotti ha creato spazi che sono rimasti lungamente inutilizzati nell’ambiente urbano.
Gli spazi di sotto
La fotografa austriaca Gisela Erlacher ha incentrato la sua ricerca sugli spazi apparentemente interstiziali creati dalle grandi infrastrutture del traffico urbano nel mondo che, col crescere della popolazione, sono sempre più richiesti.
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- 31 gennaio 2017
- Mondo
Poiché la popolazione mondiale è in costante crescita, queste aree sono sempre più richieste. La serie “Skies of Concrete” raccoglie le fotografie di queste situazioni spaziali provenienti da Cina, Austria, Gran Bretagna e Paesi Bassi. Deliberatamente le mie foto non mostrano ciò che sta avvenendo in cima a queste strutture. Sono interessata all’ibrido, all’incongruo, al non pianificato e improvvisato, quindi la mia attenzione si è concentrata in particolare sulla vita quotidiana sotto ai cavalcavia. Le immagini mostrano un effetto inquietante dell’urbanizzazione. Nonostante quello che ci si aspetterebbe questi “spazi di sotto” sono raramente utilizzati come rifugi per senzatetto o come discariche illegali di rifiuti. Vi ho trovato parchi giochi, maneggi, stazioni degli autobus, un campo da calcio, case mobili, una palestra, uno skate park, un parco avventura sulle corde, tutti naturalmente circondati dal grigio delle strutture brutaliste. Alcuni di essi persistenti come le strade nate intorno ad essi, altri sono emersi con loro. Ma tutti mostrano il tentativo di far fronte alle conseguenze della pianificazione dall’alto che li rende inospitali. Torna alla mente l’urbanista Jane Jacobs quando scrisse: “Le città sane si sviluppano organicamente dal basso verso l’alto. Le persone fanno, ed è a loro, non agli edifici, che dobbiamo adattare i nostri piani.”
Gisela Erlacher ha studiato Psicologia all’Università di Klagenfurt e Cinematografia all’Università di Musica e arti performative a Vienna. Lavora come fotografa freelance su progetti di architettura e temi collegati allo spazio urbano e suburbano. Il suo lavoro è stato esposto e collezionato da istituzioni pubbliche e collezionisti privati. Le immagini di questo portfolio sono parte della serie pubblicata nel 2015 da Park Books, Zurigo.